Omelia (04-10-2013) |
Riccardo Ripoli |
Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli Ci volevano centinaia di morti perché i politici si muovessero? Ci volevano centinaia di morti per gridare contro una legge che impedisce l'accoglienza? Ci volevano centinaia di morti per far muovere i politici in segno di solidarietà? Ci volevano centinaia di morti per accorgersi del dramma in cui vivono queste persone? Ma avete mai provato a immedesimarvi in uno di loro? E se foste nati in qualche paese africano ferito dalle guerre, dalla carestia, dagli abusi e soprusi continui sotto gli occhi distratti e corrotti delle autorità, dove sareste ora? Forse sareste una delle tante mamme che vedono partire i propri figli senza sapere se mai li potranno rivedere, o forse sareste uno dei tanti obbligato a sparare contro i propri fratelli, oppure uno di quei ragazzi che si mettono in mano a questi trafficanti di vite umane, disposti a tutto pur di avere una minima speranza di vita dignitosa. Vergogna a coloro che girano la testa dall'altra parte, vergogna a chi imperterrito continua a correre schivando i cadaveri allineati lungo la strada della sua vita, vergogna a chi continua a dare più importanza alle alleanze per proteggere il potere conquistato piuttosto che rimboccarsi le maniche e salvare chi sta andando a fondo. Non è intelligente e sapiente chi ha la laurea o ha letto mille libri, sapiente è colui che sa discernere il bene dal male, che ha la sensibilità di mettere al primo posto la sofferenza altrui, che è pronto ad accogliere nella propria casa chiunque abbia bisogno di una mano. Un'altra tragedia si è consumata, l'ennesima tragedia, l'ennesimo teatrino per chi vuole approfittare della situazione per avere un po' di visibilità. L'ennesima tragedia che domani sarà già dimenticata perché le cose importanti non sono la vita e la morte delle persone, ma la nostra esistenza, il potere che possiamo esercitare, il denaro che possiamo spendere. Se riuscissimo a guardare gli altri, a immedesimarci in loro, ad amarli ed accudirli come fossero nostri figli, il mondo sarebbe migliore. Se gli altri sono indifferenti, cominciamo noi a non esserlo ed il mondo pian piano cambierà davvero. |