Omelia (08-10-2013) |
Riccardo Ripoli |
Sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola Le parole spesso sono superate dagli esempi che possiamo vedere attorno a noi. I giornali purtroppo riportano solo notizie che facciano scalpore che sono spesso di cronaca nera. Oggi nel leggere il giornale mi ha colpito una notizia che si fa scalpore, ma per il buon esempio che da a tutti noi. Quante volte ho speso parole per insegnare la tenacia e la determinazione ai miei ragazzi, quante volte ho provato a far loro capire come la costanza premi ogni sacrificio, ma stasera, oltre alle parole, potrò portare loro un bellissimo esempio. Un ragazzo immigrato che a Torino vende fazzoletti e accendini da quindici anni, uno dei tantissimi venditori ambulanti che riempiono le nostre strade, ieri ha avuto la grande soddisfazione di laurearsi in ingegneria civile dopo aver studiato nell'attesa di vendere la sua merce. Un esempio per tutti noi per capire che la forza di volontà può cambiare la nostra vita. Quando in quarta superiore venni bocciato per aver litigato con una professoressa ritenni che verso di me era stata fatta un'ingiustizia e decisi di reagire, di dimostrare ai miei insegnanti ed ai miei compagni che quella bocciatura non la meritavo. Non bastavano però le parole, così mi impuntai con i miei genitori e ottenni di andare in collegio, lontano da casa per non cadere nella tentazione di avere distrazioni, per studiare sia per la quarta che per la quinta superiore. Volevo a tutti i costi recuperare l'anno che mi avevano fatto perdere. Fu dura, a diciassette anni stare lontano da casa, abituato a festeggiare ogni sabato e domenica con gli amici, da stare in casa dove non mi mancava nulla ad essere in un collegio, in una stanzetta condivisa con un altro ragazzo, in una struttura dove chi proveniva da sotto il Po era considerato un essere inferiore, dove razzismo e droga, purtroppo, circolavano più dell'aria e dove non c'era l'affetto ed il supporto di nessuno. Ma dovevo farcela, dovevo riscattarmi, dovevo dimostrare il loro errore. Sin dai primi giorni presi un cartello e scrissi le parole di Alfieri "Volli! Sempre volli! Fortissimamente volli!" e quando mi distraevo guardavo quella frase e dicevo "ce la devo fare". Ce la feci, passai la quarta e detti con successo l'esame di maturità con tutte le materie essendomi presentato come privatista. E se qualcuno pensasse "scuola privata bastava pagare per passare" sappia che l'esame l'ho dato in una scuola pubblica dove i privatisti erano visti come fumo negli occhi, tanto che di dodici che eravamo passammo in sei. Purtroppo in molti abbandonano qualsiasi impresa abbiano intrapreso davanti alle prime difficoltà, ma è necessario perseverare per risollevarsi, per uscire da una brutta condizione di vita, per emergere e poter nuotare nel mare della vita. Nascere in una brutta situazione o ritrovarcisi non da diritto a nessuno di lasciarsi andare. La mia mamma diceva "chi è causa del suo mal, pianga se stesso", e se un venditore ambulante, un immigrato è riuscito a laurearsi in ingegneria civile al politecnico di Torino, ognuno di noi può essere in grado di volgere la sua vita verso lidi migliori, qualunque sia il suo punto di partenza. Gesù ci parla in tanti modi, oggi lo ha fatto attraverso la vita di questo ragazzo. Grazie Said per questo tuo bellissimo esempio per tutti noi |