Omelia (10-10-2013)
Riccardo Ripoli
Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto

Nel lungo pellegrinaggio della vita ci addobbiamo di belle vesti, ci trucchiamo per apparire diversi, ci orniamo di gioielli e monili di ogni genere e grado, ma ci scordiamo di essere arrivati nudi su questa terra e di non aver bisogno di niente se non della nostra anima. Essere al servizio degli altri, senza fronzoli, senza ombrelli che ci riparino la testa, solo con la convinzione che andare all'incontro con gli altri semplicemente a mani nude, armati del nostro sorriso e della gioia di amare, felici di ricevere un sorriso, una stretta di mano sia l'unica cosa che conta nella vita.
Papa Francesco è sceso in mezzo a chi lo voleva incontrare senza ombrello nonostante la pioggia, libero di muoversi in mezzo a chi aveva bisogno di lui.
Quanto vale oggi una stretta di mano? Quanto è importante amare incondizionatamente il prossimo? Che peso riveste nella nostra vita l'incontro con gli altri?
Valori che si vanno perdendo, principi che dovremmo riscoprire con la semplicità che è propria delle persone umili.
Ed è l'umiltà ritrovata che ci farà alzare gli occhi al cielo e chiedere aiuto a Dio. Troppe volte ci sentiamo onnipotenti, capaci di cambiare la vita a nostro piacimento, illusi di poter vivere per sempre in mezzo agli agi e lontani dalle sofferenze, incapaci di chiedere aiuto perché troppo superbi per farlo.
Ma Gesù ci esorta a chiedere, a bussare alla sua porta, ad insistere se non otteniamo risposta. Ci esorta ad essere umili, come lui, figlio di Dio, si è fatto umile in mezzo a noi, come Papa Francesco e prima di lui madre Teresa, San Francesco e tanti altri che facendosi ultimi tra gli ultimi sono diventati primi agli occhi di Dio.
Non vergognatevi a chiedere, non scoraggiatevi, non smettete di chiedere finché avrete fiato in gola e sopratutto non perdete mai la speranza perché, che crediate o meno in Dio, la speranza è l'alimento che ci tiene in vita. Se a un uomo togli la speranza è come ucciderlo.
Ieri pomeriggio ho tenuto una conferenza sull'affido. Doveva durare meno di un'ora, ma è andata avanti per due tanto era l'interesse verso l'accoglienza e verso la nostra Associazione. Una delle domande è stata "ma come fate ad andare avanti". Devo dire che non mi sono mai posto il problema perché so che vivremo e cresceremo se il Signore vorrà. Noi siamo solo strumenti nelle sue mani, non spetta a noi decidere dove debba essere tracciato il solco per la semina, a noi spetta solo eseguirlo laddove veniamo indirizzati. A qualcuno viene indicata la strada della dedizione ai bambini, ad altri l'aiuto verso gli immigrati, i poveri, gli anziani, i drogati, ad altri è richiesto di costituire una famiglia, renderla solida, allevare figli che siano un giorno pieni di amore verso gli altri. Ognuno ha il suo solco da tracciare, affidiamoci alle mani di Dio e lasciamo che sia lui a rendere migliore la vita delle persone attraverso di noi