Omelia (22-10-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Romani 5, 20 Ma dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Rm 5, 20 Come vivere questa Parola? La lettera ai Romani che da qualche giorno ci accompagna, ci porta a meditare su aspetti fondamentali della nostra vita di cristiani. In questa parte dello scritto la dinamica peccato e grazia mette in risalto la miseria dell'umanità solidale con il primo Adamo e la sua salvezza grazie alla solidarietà con il secondo Adamo, Gesù Cristo. Miseria e salvezza possono essere la prospettiva di lettura di tutta la lettera. In questo capitolo l'accento è sull'efficacia della presenza solidale di Gesù Cristo. L'entrata nella storia di Gesù, la sua incarnazione permette alla grazia sovrabbondante, all'amore di Dio di riversarsi in ogni uomo e inverte il meccanismo perverso dettato dalla solidarietà nel male. Questo vincolo negativo faceva sì che ogni persona, sottoposta alla legge, vedeva ogni sforzo di bene indebolirsi negli effetti mortiferi del peccato di uno, di pochi. La grazia sovrabbondante, che in Gesù Cristo si riversa sull'umanità, trasforma la solidarietà nel male in solidarietà nel bene. Oggi, grazie a Gesù quello che ci trasmettiamo l'un l'altro non è più la miseria della condizione del primo Adamo, ma la giustificazione e santificazione in Cristo. La salvezza ci ha riscattato dalla miseria, ci ha tolto dal meccanismo che sviliva la bellezza e la forza del nostro essere persone, creature di Dio autonome e responsabili della promessa affidataci. Signore, rendici consapevoli del dono della tua grazia. Aiutaci a capire che essa non è magia, ma amore continuo, quotidianamente da incontrare e che se accolto, ricevuto consapevolmente si fa bene anche per chi non ti conosce. La voce di un salmista Gli occhi del Signore sono su quanti lo temono, su quanti sperano nella sua grazia, per salvare la loro vita dalla morte, per farli sopravvivere in tempo di fame. Salmo 33,18-19 Commento di Sr Silvia Biglietti FMA silviabiglietti@libero.it |