Omelia (13-06-2004)
don Marco Pratesi
Il pane della vita nuova

L'episodio della moltiplicazione dei pani è posto da Luca nel momento in cui Gesù conclude il suo ministero in Galilea e sta per incominciare il suo viaggio verso Gerusalemme, dove morirà e risusciterà. Questo significa che è un momento importante, che rivela qualcosa di essenziale su Gesù.
Il messaggio è chiaro. Siamo perennemente affamati di vita, sempre alle prese con una vita scarsa e minacciata, sempre in cerca di una sazietà che non troviamo. Questo segno che Gesù fa ci indica in quale direzione cercare: il pane lo dà Gesù, e in modo abbondante, tutti si saziano e ne avanza. "Pane" è tutto ciò che serve alla vita, quello senza cui si muore, a tutti i livelli: fisico, psichico, spirituale.
Ricevere questo pane però ci richiede una conversione, come è avvenuto per gli apostoli. C'è una prima proposta: "Congeda la folla perché vada a procurarsi il pane". È la logica del "ciascuno pensi per se stesso". Bisogna andare oltre. Poi una seconda: "Dobbiamo andare noi a comprare il pane per tutti?" Questa è la logica dell'aiutare il povero da ricchi, senza condivisione; e questo non è lo stile di Gesù. Si arriva finalmente alla logica nuova, quella adatta al nuovo pane: la condivisione, per la quale dalla nostra comune povertà condivisa il Signore fa scaturire l'abbondanza della sua vita e della sua festa. Ogni volta che questo avviene è un'esperienza anticipata del Banchetto del Regno, quando speriamo di avere in pienezza la gioia inebriante della comunione.
Se la Chiesa propone questo brano evangelico nella festa del Corpus Domini è perché pensa, accogliendo in questo l'indicazione chiara dell'evangelista, che questo pane moltiplicato richiami il pane eucaristico. Partecipare alla Messa significa dunque chiedere a Dio (e ottenere) il nutrimento terreno necessario per il sostentamento, e il Pane di Vita eterna che è la Parola e il Corpo di Cristo; e significa al tempo stesso aprirsi alla nuova prospettiva della condivisione.
Lo stesso atteggiamento ci è richiesto mentre nel "Padre Nostro" chiediamo "il nostro pane quotidiano": Non possiamo fare questa richiesta animati da spirito di egoismo, ma pronti a spezzarlo con gli altri.
Ogni fame del corpo e dello spirito è saziata quando si condivide il pane vivo disceso dal cielo e si spezza nella carità di Cristo anche il pane terreno.

All'offertorio:
Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia pregustazione del banchetto del cielo, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.
Al Padre Nostro:
Chiediamo con fiducia al Padre che ci dia il necessario per la vita del corpo e dello spirito, nella disponibilità alla condivisione: