Omelia (13-06-2004) |
padre Paul Devreux |
Commento Luca 9,11-17 Oggi festeggiamo il Corpus Domini, cioè il dono del Corpo di Gesù che riceviamo nell'Eucaristia. Nella messa Gesù mi viene incontro offrendomi la possibilità di vivere in comunione con lui. Fondamentalmente lo fa in due modi, così come fece il giorno della moltiplicazione dei pani: donandoci la sua parola e il suo corpo, cioè tutto se stesso. Se vado a messa è perché desidero questa comunione con il Signore. Ma la messa è fatta di due momenti: Uno in cui ricevo la parola del Signore, ascoltando passivamente, e un altro in cui per ricevere il Signore devo muovermi e allungare la mano, manifestando fisicamente e pubblicamente il mio bisogno del Signore. Questo è un momento bellissimo, ma anche tremendo, che richiede una grande umiltà, perché a nessuno piace manifestare pubblicamente il proprio bisogno. Ricordo la frase di un amico al quale quando gli si chiedeva perché vai a messa, rispondeva: "Perché non mi vergogno". Io non mi vergogno di andare a comprare il pane, perché lo pago; ma mi vergogno di andare a chiederlo, se non ho soldi per pagare. Così è per tutte le cose. La comunione con il Signore non posso pagarla, devo chiederla, tendendo la mano da povero. E' un momento bellissimo, ma che richiede un contesto molto particolare, in cui io mi senta libero di farmi vedere povero. E' bello venire a cercare il Signore in chiesa, quando non c'è nessuno, e sono al riparo da sguardi poco casti. Ma è ancora più bello trovare nel Signore la forza per riuscire ad essere me stesso sempre. Questo è uno dei doni che il Signore vuole farmi donandomi se stesso: la libertà di vedere e accettare il mio bisogno, che mi dà anche la capacità di capire i bisogni degli altri e di accoglierli. E' bello vivere il momento della distribuzione dell'eucaristia tenendo gli occhi bassi, pensando solo al mio bisogno di incontrare il Signore, e stando molto attento a non guardare chi la fa e chi non la fa', perché rischio di essere cattivo e di fare del male, proprio quando ho il Signore dentro di me. Signore insegnami ad accogliere te e il mio bisogno di te, liberamente e pubblicamente. |