Omelia (01-11-2013)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Apocalisse 7,2 - 4. 9 - 14; Salmo 23; Prima Giovanni 3,1 - 3; Matteo 5,1 - 12 a

Nelle domeniche passate la liturgia ci ricordava l'importanza della preghiera, e quale debba essere il giusto modo di pregare per entrare in una relazione profonda con Dio Padre.

Il primo novembre la liturgia ci ripropone la festa di tutti i santi, ma proprio tutti, cioè anche quelli che non compaiono sul calendario e non sono saliti agli onori degli altari.

Nella prima lettura tratta dal libro dell'Apocalisse Giovanni ci dice di aver visto i salvati di Cristo, una moltitudine immensa che non si può contare; non sono infatti solo quelli che la Chiesa ha dichiarato santi, ma tutti coloro che hanno vissuto il Vangelo.

"Io Giovanni vidi che l'angelo del Signore fermava i quattro angeli che avevano la potestà di distruggere la terra ed il mare, li fermò per poter imprimere il sigillo di Dio in fronte ai servi del popolo di Israele. Vidi ancora una moltitudine immensa avevano vesti bianche e tenevano nelle loro mani rami di palma, stavano in piedi davanti al trono ed all'Agnello e cantavano con un grande coro: "La salvezza appartiene al nostro Dio". Impossibile contabilizzare tutte quelle persone di ogni tribù, razza, popolo e nazione si prostravano e riconoscevano che tutto era opera di Dio.

Mi venne chiesto da uno degli anziani che stavano intorno al trono chi fossero tutte quelle persone in vesti candide ed io risposi: "Non lo so" ed allora mi disse:"Sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione ed hanno lavato le loro vesti rendendole candide lavandole con il sangue dell'Agnello".

Il ritornello del salmo responsoriale ci ricorda che santi sono tutti coloro che cercando il Signore ne sono benedetti, per questo cantiamo: Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore".

Il salmo 23 ci sollecita a cercare il volto del Signore perché chi cerca il suo volto sarà da lui benedetto e avrà giustizia da Dio: infatti tutta la terra appartiene al Signore e tutti i suoi abitanti, chi potrà salire il monte santo se non coloro che hanno mani innocenti e cuore puro?

L'apostolo Giovanni nella sua prima lettera spiega come i figli di Dio non sono riconosciuti dagli uomini perché questi non conoscono Dio e conseguentemente neppure noi.

Noi siamo stati amati da Dio con un amore grandissimo da farci suoi figli, anzi ci ha creato perché tutti fossimo felici in lui.

Sappiamo già qui sulla terra di essere suoi figli ma non sappiamo come diventeremo quando saremo con lui e godremo in lui; perché questo avvenga dobbiamo fin d'ora vivere nella speranza che è la vera virtù che ci farà diventare puri come lui.

Quale passo del vangelo più appropriato di quello delle "Beatitudini" per celebrare la solennità di tutti i santi.

Tutti i santi cioè tutti coloro che sono morti con l'anima in grazia di Dio.

Tutti coloro che nella loro vita hanno cercato con forza di seguire Cristo ascoltando e mettendo in pratica la sua Parola.

Le beatitudini sono il cammino indicato dal vangelo per arrivare alla santità, cammino che i santi hanno saputo percorrere con coraggio e volontà ed ora nei cieli hanno ottenuto la ricompensa.

Il brano delle beatitudini tratto dal vangelo di Matteo, ci presenta Gesù che sale sulla montagna si siede e parla con i discepoli disposti ad ascoltarlo.

Per noi le montagne sono monti oltre i tremila metri, in Palestina in realtà la montagna non è altro che una piccola collina, ma ci fa comprendere il desiderio dell'uomo di elevarsi in alto al di sopra di tutte le preoccupazioni umane, ed anche il gesto di Gesù che si siede come si suole fare quando si è in famiglia o in un gruppo di amici per conversare e per confrontarsi con serenità.

Gesù parlando con loro ripete molte volte la parola beati: "Beati i puri di cuore, beati coloro che sono nel pianto, beati i miti beati, quelli che hanno fame e sete della giustizia, beati i misericordiosi, beati i puri di cuore, beati gli operatori di pace, beati i perseguitati per la giustizia, beati infine quelli che saranno perseguitati a causa del mio nome; rallegratevi per tutte queste cose perché troverete la vostra ricompensa nei cieli.

Con il discorso della montagna Gesù ci indicala strada da percorrere per arrivare al premio finale, ma non ci propone sacrifici estremi ma solo ci consiglia come comportarci nei confronti del nostro prossimo, chiunque esso sia.

Possiamo pensare che quei consigli andavano bene ai tempi di Gesù, ma oggi il mondo è cambiato, siamo nel terzo millennio, oggi si vive freneticamente, non si ha tempo di pensare, di fermarci, bisogna correre, tutto si può fare, ma le beatitudini ci aiutano maggiormente oggi a vivere da cristiani in questo mondo stressante e attraverso quelle indicazioni di vita possiamo veramente trovare la gioia.

I santi non sono persone straordinarie o dotate di carismi particolari, sono uomini e donne come noi oggi che hanno saputo vivere con coraggio nel mondo in cui vivevano, mettendo nelle mani del Signore la loro vita e da lui hanno ricevuto la forza necessaria per affrontare tutte le difficoltà, le fatiche, i dolori, le incomprensioni, le emarginazioni, le sconfitte ma non hanno mai perso la fiducia in Dio Padre

Il messaggio delle beatitudini può essere definito una "santità ordinaria per i credenti di oggi". I cristiani, in virtù del battesimo ricevuto, sono chiamati alla santità, nessuno escluso, ognuno con le sue povertà, con i suoi limiti, con le sue nullità, ma attraverso quella fede di cui parla il vangelo che sa spostare "le montagne".

Per la riflessione di coppia e di famiglia:

- Diventare santi: una conquista per la nostra vita. Ci abbiamo mai pensato?
- Arrivare alla santità è un cammino che gli sposi devono percorrere nella comunione e nella complementarietà. Cosa facciamo?
- La santità è la prima meta da raggiungere nella nostra vita: adeguiamo tutte le nostre scelte a questa realizzazione?
- Nel credo proclamiamo insieme ad altre verità:"Credo nella comunione dei santi", meravigliosa realtà che ci permette di non interrompere mai i rapporti con le persone che abbiamo amato e che ormai vivono in Cristo e possono pregare per noi. Ci crediamo? Se no perché?
- Siamo consapevoli che l'unica strada da percorrere per diventare santi è quella che ci indica il vangelo?


Commento a cura di Gianna e Aldo - CPM Genova