Omelia (23-10-2013) |
Riccardo Ripoli |
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto A volte si guarda al vicino di casa, al compagno di scuola, al collega di lavoro e vediamo che fanno poco o nulla, non lavorano come dovrebbero, non studiano, non si applicano nelle cose che sono chiamati a fare, ed un po' ci adagiamo sugli allori vedendo che noi facciamo più di loro. Pian piano ci adattiamo alla situazione e cominciamo a fare sempre meno. Contribuiamo così ad un peggioramento del mondo, ad insegnare ai nostri figli a non dare il massimo, a fare il minimo indispensabile per vivere, per essere promossi, per non essere licenziati. Ma che follia. Avere un tesoro e non usarlo per indolenza, avere delle capacità e non investirle, avere la possibilità di migliorare la nostra vita e di coloro che ci sono accanto e non farlo. Ognuno di noi ha delle capacità, c'è però chi dalla vita ha ricevuto più di altri ed è per questo chiamato a dare di più. E' come se la mamma desse ai tre figli dei soldi, al primo dieci euro, al secondo cinquanta ed al terzo cento chiedendo loro di andare a fare la spesa per provvedere alle necessità della famiglia, ed il primo tornasse, povera stella, con un sacchettino di frutta, non poteva prendere di più, il secondo con dici chili di carne, ma il terzo rientrasse in casa soltanto con una bottiglia d'acqua. Al momento di andare a tavola ci sarà la carne per tutti, la frutta per tutti, ma mancherà da bere. Chi ha più degli altri ha un suo ruolo, ma se manca di fare il suo dovere non è il solo a rimetterci, fa un danno all'intera collettività che conta su di lui, sulle capacità ricevute in dono per nutrirsi, per progredire. |