Omelia (25-10-2013)
Riccardo Ripoli
E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?

Siamo capaci di giudicare noi stessi?

Se guardiamo le azioni degli altri siamo sempre pronti a sindacare se quel comportamento è corretto o meno, siamo certi che ogni passo sia buono o cattivo e non ci facciamo problemi a dirlo ad alta voce puntando il dito.
Siamo veramente bravi a vedere il comportamento del nostro prossimo, ma non riusciamo a capire se ciò che facciamo noi sia giusto o sbagliato. Non capiamo o facciamo finta di non capire? Quante volte, a me succede molto spesso, capita di fare un'azione, non farne un'altra, dire una cosa anche se sappiamo che quel comportamento è sbagliato? Siamo così bravi da capire gli altri e non sappiamo capire noi stessi? Quanta ipocrisia c'è in ognuno di noi, quante volte facciamo battaglie pur sapendo di essere dalla parte del torto.
Ma attenzione, prima o poi ciò che facciamo di sbagliato lo dovremo pagare. Qualche giorno fa sul giornale si parlava di una donna che ha girato tutta l'Italia mettendo a segno furti e truffe ed è stata fermata per ben trentottovolte, ma ogni volta cambiava identità e la lasciavano andare perché era sempre il "primo reato", ma la trentanovesima volta il trucco è stato scoperto ed è stata tratta in arresto. Adesso pagherà il suo debito fino all'ultimo spicciolo.
Non crediamo di essere più furbi di tutti, non pensiamo di essere eterni e sempre baldanzosi, capaci di dribblare il destino e scartare tutti gli ostacoli. Per un po' vi andrà bene, ma prima o poi i nodi verranno al pettine.