Omelia (01-11-2013) |
Riccardo Ripoli |
Beati voi Rallegratevi sevi offendono C'è nella storia del mondo un filo conduttore. Ci sono, ci sono stati e sempre ci saranno i forti e i deboli. Tra i forti troviamo spesso chi ha imposto, anche con la violenza, le proprie regole ai più deboli, troviamo prepotenze, cattiverie, dittature, maltrattamenti, sevizie, torture. Se però guardiamo a cosa sia poi accaduto, possiamo ben notare che il cattivo, il prepotente, il dittatore sono condannati dalle generazioni future, mentre l'afflitto, il povero, l'umile, colui che da sempre subisce le angherie di chi vuole incatenarlo riceve tutti gli onori, viene ricordato come la persona da tutelare, l'esempio da seguire. Se così non fosse si osannerebbero Caino, Hitler, Mussolini, mentre invece agli onori assurgono figure di martiri, di desaparecidos, di chi ha lottato con la non violenza contro i regimi e le oppressioni di ogni epoca. Già la storia vede negli umili l'esempio da seguire, in coloro che inneggiano alla giustizia il simbolo della resistenza. Non è con le guerre che si cambia il mondo, ma seguendo la strada della pace, della misericordia, del perdono. Cerchiamo di essere senza pretese, non lamentiamoci se siamo afflitti, sforziamoci di essere miti, desiderosi di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace, e se ci perseguiteranno perché seguiamo questi principi morali, se ci insulteranno o diranno male di noi per il bene che stiamo facendo rallegriamoci perché siamo sulla strada giusta e Dio (o la storia se non avete Fede) ci renderà giustizia, ci premierà per la nostra costanza e perseveranza. |