Omelia (02-11-2013)
don Roberto Rossi
I defunti e la morte

Il 1° e il 2 novembre di ogni anno dividono il mondo in due parti. Quelli che credono e quelli che non credono. Sulla morte è la prova del fuoco della fede e dell'ateismo
Un ateo è ateo vero solo se guarda alla morte con disperazione.
Un credente è credente solo se guarda alla morte con serenità e speranza.
Ma domani vedrete gli atei a curare le tombe dei loro cari con fiori simbolo di vita, croci simbolo di resurrezione, preghiere simbolo di fede, colloqui simbolo di speranza.
E vedrete i cristiani fra le lacrime, simbolo di disperazione, accanto a una donna, col viso disfatto da un dolore senza conforto, simbolo di ateismo, con la paura per sé, simbolo di mancanza di fede e di speranza.
Ecco perché vi ho detto che la morte è la prova del fuoco della fede e dell'ateismo ma solo se uno ci pensa sopra 10 minuti. Se no è lo spettacolo tragicomico dell'incoerenza umana.
lo vi prego di non calcare stasera e domani quella terra sacra solo ai cristiani, curare quelle ossa che hanno un significato solo per i cristiani, senza aver esaminata la vostra fede e presa una decisione di maggior coerenza.
Se curo un cumolo di terra è perché credo che i miei cari ci abbiano piacere o vantaggio. Se credo è perché credo che vivano ancora. Se vivono ancora questa vita non è tutto, ma solo un passaggio, un esame.
Ma se questa vita non è tutto, ma solo un passaggio o un esame, che aspetto a ridirmelo ogni giorno, ogni ora e dirlo a chi ho accanto e mutare tutto un regime di vita, di pensiero, di parola?
Nel Cristo avremo tutti la vita.
d. Lorenzo Milani