Omelia (05-11-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Luca 14, 21

Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi.
Lc 14, 21


Come vivere questa Parola?
Sembra che le parole di Papa Francesco che ci invitano ad andare nelle periferie siano un'eco di questo comando del padrone di casa al servo.

C'è un imperativo "esci" che non lascia scampo, c'è un "subito" che dichiara tutta l'urgenza di questo atto.

Ci sono le "vie" che ci impediscono di stare al calduccio nei nostri ambienti protetti (case, parrocchie, conventi...) e che ci chiedono di essere coraggiosi, di incontrare le persone che un po' ci spaventano perché molto diverse da noi.

C'è il "conduci" che in fondo ci ricorda che siamo tutti, in qualche modo, "pastori", chiamati ad andare in cerca della pecora perduta e a custodire quella parte di umanità che il Signore ci affida.

C'è un "qui" che ci dice che non dobbiamo portare nessuno a "casa nostra" ma alla casa del Padre, del padrone della gioia.

E ci sono i poveri, coloro che camminano a fatica, quelli che non vedono perché nessuno gli ha mai aperto altri orizzonti, che aspettano solo di essere considerati, di essere riconosciuti, di essere cercati e chiamati.

Il servo opera in sinergia con il padrone, hanno entrambi lo stesso scopo: riempire la sala. Non si fermano davanti ad alcun no e i rifiuti ricevuti sono per loro lo stimolo per andare oltre, per cercare altri. L'opzione "lasciar perdere" non è contemplata affatto.

Il no di alcuni non gli impedisce di sperare nel di altri.

Donaci Signore di essere dei servi fedeli che non desistono. La nostra stanchezza e le nostre fatiche trovino in Te consolazione, riposo e coraggio ma, per grazia tua, non siano mai motivo per non ascoltare più le tue parole: "esci subito".

La voce di un profeta

Quanti servi nascosti ha il Signore nostro!...Essi custodiscono in silenzio i segreti delle divine chiamate: non chiedono nulla, non disertano, né tradiscono. Forse non hanno una cognizione chiara del servizio che rendono né a chi lo rendono, ma in compenso quanto disinteresse e quale prontezza e devozione nel servire un Signore che non conoscono
P. Mazzolari

Commento di Emanuela Giuliani emanuelagiuliani@gmail.com