Omelia (09-11-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Ezechiele 47,9

Il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà.
Ez 47,9


Come vivere questa Parola?

Il tempio e l'acqua: questo è il connubio inscindibile che la visione di Ezechiele ci presenta.

Le acque che scaturiscono da esso non sono comuni: hanno il potere di risanare addirittura quelle del mare, di ridare vita, di far abbondare il pesce, di far crescere sulla riva alberi i cui frutti "serviranno come cibo e le foglie come medicina".

Il tempio sembra condividere con Dio il mistero della creazione.

Non sono le solide mura e le sue decorazioni a dargli lustro ma la vita che da esso scaturisce che come l'acqua rimane in movimento, fluisce, raggiunge le secche e le paludi.

Se da un tempio, una cattedrale, una chiesa, se da una comunità di fede e da un credente non uscissero tali acque, capaci di rigenerare l'uomo e la società, di servirli e di fecondarli, allora bisognerebbe chiedersi cosa è venuto a mancare. Forse hanno perso il contatto con il Dio creatore, forse sono diventati come un "mercato" dove si svolgono tante attività e tanti scambi ma l'uomo è più "usato" che amato.

Forse hanno costruito su fondamenta diverse da Gesù, si sono fidati di tutto tranne che della Provvidenza e della grazia di Dio. O non hanno "scavato molto profondo" senza mai raggiungere la Roccia e non stando attenti a come hanno costruito.

Le possibilità sono tante ma la prova del nove rimane sempre e comunque la fecondità nell'amore: solo essa ci rende trasparenza di Dio, ci permette cioè di "parlare" della sua presenza tra gli uomini di cui il tempio è segno.

Gli uomini di buona volontà sanno riconoscere le fonti di acqua salubre, pulita e quando ne trovano una non la lasciano.

Aiuta la tua Chiesa, Signore, a scoprire le sue zone di sterilità, ad "analizzare" costantemente le sue "acque" per valutare se sono terapeutiche o hanno perso la loro forza vitale. E grazie per l'acqua viva che nella e dalla Chiesa già scorre: rendila sempre più abbondante.

La voce di un predicatore contemporaneo

La santità corrisponde a fecondità, questa è la grande sfida....La qualità della nostra esistenza sarà giudicata dal frutto che abbiamo portato e non sarà giudicata in base alle nostre debolezze, neppure in base alle nostre viltà. Noi saremo giudicati sulla sterilità della nostra anima a delle nostre azioni. Il rischio definitivo è quello della sterilità.
p. Ermes Ronchi

Commento di Emanuela Giuliani emanuelagiuliani@gmail.com