Omelia (01-11-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Matteo 5,1-3

«Gesù, vedendo le Tolte, salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola ti ammaestrava dicendo: Beati!"
Mt5,1-3


Come vivere questa parola?

C'è uno sfondo di moltitudine e un gruppetto più ridotto. Gesù parla a tutti, anche se l'ammaestramento è più rivolto ai discepoli. E quello che dice, il proclama delle beatitudini, è il cuore del suo vangelo, all'inizio di quel discorso della montagna che è la "magna carta" di tutto ciò che Egli è venuto a insegnarci. Il termine "beati" ritorna ben nove volte in una voluta ripetizione ritmica che differisce da tutto. Facciamo attenzione! Qui Gesù non comanda, non prescrive, non esorta; proclama invece "beati" (cioè felici) quelli che aprono il cuore a una qualità di gioia diversa da quella "svenduta" nel gran mercato che è questo mondo. Gesù qui svela (toglie il velo) da un mistero che è la risposta alla sete più profonda dell'uomo: della mia, della tua sete. Ma bisogna cogliere quel che Egli annuncia a livelli profondi, là dove appunto la gioia si colloca. E' nel pieno aderire a Dio e nel lasciarci liberare da quel che c'impedisce di essere totalmente con Lui, che viviamo il suo amore. E questo amore non sminuisce, tanto meno disprezza le realtà di quaggiù e le gioie autenticamente umane, ma le trasfigura. Questo i nostri fratelli santi hanno capito. Per questo sono gente gioiosa nel tempo, felice per l'eternità!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, farò il punto sulla mia situazione. Il cammino delle beatitudine è anche per me. Non devo assolutamente pensarlo fuori dal mio orizzonte. Perciò ammetterò con realismo che, da solo, nemmeno arrivo a capire e a benedire la bellezza, la beatitudine d'essere povero, perseguitato per amore della giustizia, lieto nel pianto, o altro: tutto questo però mi sarà dato. Per grazia, non per mia conquista! Se sarò con Gesù, veramente discepolo Suo, cercando di compiere, insieme a Lui, ciò che piace al Padre.

Signore, Tu mi vuoi beato, mi vuoi nella gioia, quella "gioia" che nessuno potrà rapirmi. Dammi un cuore che cerca Te. So che tutto il resto mi sarà dato.

La voce di un monaco del nostro tempo

Santi senza nome, Santi che nel mondo sono sembrati presenze inutili, santi che nel mondo sono stati creduti dei peccatori, santi di cui gli uomini e noi non ci siamo accorti pur essendo in mezzo a noi...Vogliamo ricordare questi uomini Santi perché hanno avuto la forza di sentirsi impotenti e incapaci a farsi santi, e con costante perseveranza hanno gridato a Dio giorno e notte che Lui li facesse Santi! Hanno vissuto nell'Amore e nella misericordia e hanno ottenuto misericordia
Enzo Bianchi