Omelia (02-11-2013)
Riccardo Ripoli
Colui che viene a me, non lo respingerò

Immigrati da accogliere nel nostro paese

Quante volte abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto, direttamente o indirettamente, e non l'abbiamo esaudita pur potendolo fare? Al telegiornale sentiamo parlare di bambini che arrivano da paesi poveri senza genitori, quanti di voi si sono fatti avanti per accogliere uno di loro? Alla vostra porta ha mai bussato un povero? I servizi sociali o qualche associazione vi ha mai chiesto di accogliere un bimbo in affido? Un amico, un conoscente si è mai trovato in una brutta situazione tanto da avere bisogno di venire a vivere un periodo in casa vostra? Nel vostro lavoro di avvocato, commercialista, medico specialista, geometra vi siete mai trovati dinanzi qualcuno che avesse bisogno della vostra professionalità senza avere la possibilità di pagarvi? O semplicemente sull'autobus avete fatto sedere una persona anziana, oppure in fila avete fatto passare avanti qualcuno?
Come ci siamo rimasti quando abbiamo chiesto aiuto e questo ci è stato negato?
Come a noi fa piacere essere accolti, siamo i primi noi ad essere disponibili verso il prossimo. Gesù nel Vangelo ci dice "Colui che viene a me, non lo respingerò". Impariamo da Gesù, che si abbia Fede o meno, ad accogliere un bambino in affido, ospitare chi non ha una casa, lasciare entrare nel nostro paese chi fugge dalla fame e dalla guerra, dare lavoro a chi non lo trova facilmente, donare la propria professionalità a chi necessità della nostra esperienza