Omelia (07-11-2013) |
Riccardo Ripoli |
C'è gioia per un solo bambino aiutato a crescere C'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte I bambini che accogliamo hanno alle loro spalle un vissuto difficile, talvolta legato alle condizioni economiche difficili, altre ad un paese di origine senza futuro che violenta il proprio popolo, spesso correlato alla situazione di famiglie problematiche che maltrattano i figli o semplicemente non li accudiscono lasciando che crescano per la strada. Non sono ragazzi pieni di peccato, ma se nessuno insegnerà loro i valori ed i principi di una vita civile, all'insegna della pace e dell'onestà, ci sono molte possibilità che diventino essi stessi dei delinquenti. E' per questo che ogni bambino che riusciamo ad aiutare rappresenta una grande gioia, non solo per noi, ma per tutta la comunità. Ogni bambino che capisce come essere un buon genitore significherà aver spezzato una catena di rancori e violenze, sarà una risorsa per tutti noi, un fiore in più nel giardino della nostra vita. Qualcuno a volte dice a coloro che fanno affidamento che recuperare un bambino è come prendere un bicchier d'acqua dal fiume, inutile perché ci sarà sempre tantissima acqua da togliere. E' sbagliata la prospettiva. Chi fa affidamento non vuole salvare il mondo, non ha l'intenzione di svuotare il fiume e togliere il male dalla nostra società. Chi fa affidamento vuole dare una chance ad un bambino, toglierlo da quel corso d'acqua dove è inserito, evitare che arrivi nell'immensità del mare o si perda in mille rivoli. Non si deve guardare alle centinaia di migliaia di gocce d'acqua che restano nel rio, ma a quel bicchiere che siamo riusciti a recuperare, a quel bambino al quale abbiamo donato una speranza, un'aspettativa diversa di vita, la possibilità di scegliere tra il bene ed il male e non essere costretto a fare un percorso di scelta obbligata. |