Omelia (13-11-2013)
Riccardo Ripoli
Felici di esserci

Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi

Facciamo tante esperienze nel corso della nostra vita, vediamo tante persone, ci troviamo coinvolti in mille situazioni di diversa natura. In un modo o in un altro, mossi da stimoli diversi, quasi tutti aiutiamo qualcuno, direttamente o indirettamente, si tratti di persone svantaggiate, parenti, figli, amici, conoscenti. Lo facciamo quasi sempre senza un secondo fine, mossi dall'amore, dall'istinto, dalla compassione e non pretendiamo nulla in cambio, ma che bello quando riceviamo un grazie, che bello quando veniamo ripagati con un sorriso. Cos'è una carezza quando ha speso la tua vita per gli altri, per qualcuno forse è niente, ma per me è la ricompensa a mille notti insonni. Quale genitore non darebbe la
propria vita per il figlio? Eppure basta una piccola attenzione da parte sua per dimenticare tutte le tribolazioni. Nella nostra esperienza di Associazione abbiamo camminato tanto, ventisette anni della nostra esistenza donati con gioia a tanti ragazzi senza pretendere nulla in cambio, ma che grande gioia vederli crescere, rivedere quelli di qualche anno fa divenuti uomini e donne che ti vengono a trovare solo per darti un abbraccio, un saluto. Che bello veder crescere l'Associazione, ricevere sempre più consensi, leggere su internet tra i commenti negativi verso alcune case famiglia il nostro nome ed essere additati come "mosche bianche" che fanno un buon lavoro con i bambini, essere scelti da grosse organizzazioni per iniziative in Toscana. E' un grazie dalla vita che non era ricercato, né atteso, ma che indubbiamente fa un grandissimo piacere e da grande forza per proseguire il nostro cammino di amore.