Omelia (20-11-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Lc 19, 13 Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". Lc 19, 13 Come vivere questa Parola? Gesù, con questa parabola, ci insegna che Dio elargisce sia i suoi doni ad ogni persona umana sia la libertà di metterli a frutto: per essere fedeli a Dio dobbiamo agire e non ragionare come il servo pigro: «Ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto» (Lc 19,20). Nella nostra vita spirituale siamo tentati dalla paura di prendere iniziative, di fare cose nuove, di affidarci alla Provvidenza, e teniamo nascoste le nostre capacità (i "talenti"): in questo modo non diamo onore a Dio e non aiutiamo le persone. Dio vuole che noi "rischiamo", che approfittiamo della nostra libertà e creatività, moltiplicando i frutti: la moneta ha fruttato altre cinque monete o addirittura altre dieci, ai servi più intraprendenti, e per questo premiati e lodati dal padrone, che dà loro potere su cinque o dieci città (cf Lc 19,16-19). Più che lamentarci di ciò che hanno gli altri e che a noi manca e soffrire per i nostri limiti (veri o presunti), siamo riconoscenti a Dio per i doni con cui ha arricchito la nostra vita e la libertà e fantasia con cui li possiamo realizzare concretamente. Chiediamo a Lui di non cedere alla pigrizia, allo scoraggiamento, ma di proseguire con coraggio e fiducia nel suo aiuto continuo e nella nostra intelligenza e buona volontà. Aiutaci a Signore, a realizzare il tuo piano di salvezza, secondo la vocazione che hai dato a ciascuno di noi e a collaborare con le nostre capacità ("talenti") per mondo più giusto e fraterno. Uno scrittore e poeta moderno Per avere del talento, dobbiamo essere convinti di possederne. Gustave FLAUBERT, Lettere a Louise Colet. D. Mario Maritano SDB maritano@unisal.it |