Omelia (26-11-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Daniele 2, 44 Il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. Dn 2, 44 Come vivere questa Parola? Il secondo capitolo di Daniele ci presenta un sogno che egli indovina e interpreta: è il famoso sogno della statua fatta di metalli nobili e forti, ma coi piedi di argilla. Questo simbolo dell'esuberante fragilità dei regni umani dimostra come, proprio all'apice della distruzione a cui viene sottoposto, emerga il nuovo vero, quello destinato a colmare ogni fragilità trasformandola in eternità. Un'immagine plastica del regno che viene, della realizzazione effettiva di quello che il grido apocalittico Maranathà, invoca: "Vieni Signore Gesù". L'argilla rappresenta nel sogno, il Regno che verrà e che sarà il peggiore di tutti. L'autore del libro di Daniele, che ha collocato il suo racconto centinaia di anni prima, parla così effettivamente del regno che lui sta al momento subendo e profetizza come la violenza che quel potere sta esercitando avrà un effetto autodistruttivo. La scelta di paragonare quel tempo all'argilla fa però venire in mente un'altra analogia: quel regno violento, espressione di un'umanità decaduta, sarà attraversato da una nuova potenza che da quell'argilla farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto. Un anticipo del mistero dell'incarnazione, della nuova creazione che in Cristo, Dio compie, riplasmando dall'argilla una realtà davvero a sua immagine e che non avrà più fine. Signore, rendici protagonisti di questa nuova creazione e quell'argilla fragile che potrebbe dirsi come regno violento e autodistruttivo, in noi si lasci plasmare nel tuo Regno, nuovo ed eterno. La voce catechismo della liturgia Sii fedele fino alla morte, dice il Signore, e ti darò la corona della vita. (Canto al vangelo) Sr Silvia Biglietti FMA silviabiglietti@libero.it |