Omelia (29-11-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Daniele 7, 13

Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d'uomo.
Dn 7, 13


Come vivere questa Parola?

Il messaggio conclusivo che il libro di Daniele ci lascia, dopo averci accompagnato in questa ultima settimana dell'anno liturgico, è una vera e propria visione profetica che si collega a pagine famose di Ezechiele, usando in entrambi i casi espressioni simili e un linguaggio prettamente apocalittico. Qui l'autore parla del Figlio dell'uomo, che diventerà poi, in epoca neotestamentaria, un titolo Cristologico. Già prima di Cristo questo modo di dire era immediatamente collegabile al Messia, all'Atteso della promessa, più vicino al cielo che alla terra. Questo capitolo lo potremmo mettere in continuità al capitolo due dello stesso libro, dove si racconta del sogno di Nabucodonosor della statua fatta in quattro parti. Esse potrebbero davvero corrispondere alle quattro bestie di questa pagina e quella più terribile, che finisce tragicamente prima delle altre, corrisponde a quei piedi di argilla della statua che si frantumano e lasciano posto al nuovo. Qui il nuovo è introdotto dalla nobile assise, costituita attorno al vegliardo che introduce il Figlio dell'Uomo. A lui vengono poi consegnati il potere, il regno e la gloria! Le visioni apocalittiche spesso collocano in un tempo indecifrabile eventi contemporanei, magari drammatici e faticosi da comprendere e nello scontro tra reale e virtuale permettono alla speranza di prendere corpo e di rianimare chi sta leggendo o ascoltando. Suggeriscono una visione che perfora la realtà e ne manifesta la vitalità potenziale. Ma i toni esagerati con cui l'apocalittica si esprime non devono sollecitare la frenesia e l'eccitazione: devono svegliare, invitare alla non distrazione e condurre al vero discernimento, per accogliere la salvezza che viene, in ogni momento.

Signore, alle soglie dell'avvento fa a tutti noi il dono della vigilanza, felice e non frenetica, ricca di speranza e capace di interpretare con occhi amorevoli i segni del nostro tempo.

La voce di un profeta del nostro tempo

Soltanto quando si ama a tal punto la vita e la terra da pensare che con la loro fine tutto è perduto, si può credere alla risurrezione dei morti ed ad un mondo nuovo.
D. Bonhoeffer

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it