Omelia (25-12-2013) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento alla liturgia Natale 2013. Quest'anno il Natale lo affronteremo partendo da Bertold Brecht, che nella sua opera letteraria "Weihnachtslegende" scriveva: Oggi, vigilia di Natale, - noi povera gente, sediamo, - dentro una stanza fredda - mentre il vento entra ed esce. Vieni da noi, caro Gesù, e guarda: - Poiché davvero abbiamo bisogno di te! (cfr. Fedichte, Berlin 1960, 105). Che attualità caro Bertold! Natale...di noi povera gente, povera perché incapace di dire no alla globalizzazione del sentimentalismo rituale, povera perché incapace di relazioni che sappiano veramente scaldare la stanza fredda della nostra vita... povera perché incapace di trattenere tra le dita il venticello della calma spirituale per farsi trascinare dall'uragano del relativismo e della soddisfazione contingente... povera anche economicamente, per il peso della tassazione fiscale (47%), riduzione della capacità economica del proprio benessere. Natale, forse, anzi, di sicuro invece è la nostra incarnazione ogni volta che, all'alba, i nostri occhi si aprono alla Vita. E' il rendere grazie alla Vita che "qualcun'altra" ha deciso, per noi, di donarci. Questo è Natale. E questa "incarnazione", di ogni alba concessa, deve aiutarci a far sì che questo Natale quotidiano sia sempre un gesto concreto di attenzione e di amore prima di tutto verso noi stessi, poi verso l'altro, chiunque esso cercando di passare da gesti di "sdolcinato emotivo tenerume" a gesti di vera "tenerezza" relazionale e caritativa. Natale è tutte le volte che sappiamo dire "ti amo", con una parola o con un gesto, a chi abbiamo sposato, o a chi pensiamo o vorremmo amare, anche quando le difficoltà familiari ed economiche, del lavoro e del sociale, del nostro essere cristiano nella comunità, ci farebbero gridare "basta", non ce la faccio più, voglio lasciare tutto...non è vita questa...ma chi me lo fa fare... Natale...è anche quel tempo in cui vorremmo rimuovere, pur se per poco, il dolore, la solitudine, l'amarezza, l'incomprensione, la sfiducia, rifugiandoci in quella mangiatoia israelitica dove un Dio si è incarnato nella debolezza umana, fattosi carne in un figlio di due genitori umani, che contro ogni ragione umana hanno accettato di "condividere", un progetto unico, irripetibile nella storia, nel tempo e nello spazio... un progetto d'amore, un amore con la A maiuscola, un amore fatto di attesa, misericordia e salvezza. E allora sarebbe bello che per una volta il Natale, in ogni Famiglia, sia solo uno scambio di doni "spirituali", di doni "relazionali", di doni fatti da un sorriso, da un grazie, da un perdono, da una accoglienza, da una lacrima di gioia, confezionati con la parola "Amore"...perché il Natale duri trecentosessantacinque giorni all'anno. Dio ri-nasce sempre per noi e in noi! Ma noi? Riflessioni: - Ogni giorno sono capace di fare piccoli gesti d'Amore (leggasi Carità) come testimonianza di un cambiamento personale? - Come coppia, come Famiglia cerchiamo di "ascoltare-vedere-agire" accogliendoci nelle nostre difficoltà e diversità con vicendevole condivisione? - La mia e nostra vita è uno spot emozionale/commerciale o un impegnarsi a vivere uno stile di vita "più relazionale"? Maria Grazia e Claudio Righi di Pisa |