Omelia (01-01-2014) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Maria SS. Madre di Dio La colletta dei questo giorno esordisce così: " Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne...perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione ci renda disponibili ad accogliere il tuo dono". Per tanto il nuovo anno inizia sotto il segno della benedizione di Dio. E tale è se esaminiamo con attenzione la Bibbia a cominciare da Gn 1,22, in cui Dio benedice gli uccelli e i pesci con l'aggiunta del comando "Siate fecondi e moltiplicatevi". In questo versetto appare chiaro che l'efficacia della benedizione è legata alla vita e alla fecondità. Proseguendo nella lettura troviamo, in Gn 2,3, Dio benedice il settimo giorno perché divenga sorgente di vita, di crescita soprattutto per l'uomo, creato a "immagine" del Creatore: «Maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro. "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni vivente che striscia sulla terra» Gn 1, 27-28. La Benedizione ( beràha ) non la troviamo solo nel libro della Genesi, ne troviamo una, bellissima, in Nm 6,22-27, che fa parte della prima lettura dell'odierna liturgia: «"Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia splendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace". Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedir». La Sacra Scrittura ci comunica che la benedizione non è un semplice gesto augurale, ma bensì un gesto "efficace", in quanto opera quanto dice. Gli ebrei la concepivano "come comunicazione di vita da parte di Yahweh". Per tanto la benedizione biblica investe la vita dalla concezione alla morte, essa tocca tutti gli uomini, al di la di ogni differenza, sia religiosa che di razza, perché essa è bella e buona in quanto " Dio vide che essa era cosa buona" (siamo ancora in pieno concetto socratico): tutto ci che buono è anche bello. Un altro concetto che non deve sfuggire, riguardo alla benedizione, è che essa è un'azione incessante di Dio verso le sue creature nella possibilità di vita e nella sua qualità. La benedizione è affidata all'uomo, vertice della creazione, perché la domini e la soggioghi; ma attenzione: dominare nel senso che si serva delle sue leggi per volgerle a suo favore; soggiogare ma senza degradare. La benedizione in sé stessa è da Dio e l'uomo, quando benedice, qualcosa o qualcuno, lo fa in nome di Dio. In suo nome l'uomo non benedice ma prega, ossia loda Dio per i doni ricevuti: la vita, la mensa, il lavoro che gli da dignità, la scienza, l'intelligenza etc. Da quanto finora detto la benedizione è quanto mai opportuna all'inizio del nuovo anno civile. Il salmo responsoriale esprime i concetti sopra espressi in maniera assai concisa nell'antifona: "Dio ci benedica con la luce del suo volto". Proprio perché la benedizione di Dio è "efficace", il dono più grande che essa ci fa è il "Figlio suo in mezzo a noi", nel quale viene svelato il "volto di Dio", cioè l'amore. Un amore che giunge fino alla condivisione totale della nostra storia umana. Con l'espressione "nato da donna" S. Paolo afferma che Gesù viene a vivere nel tempo, dono di Dio, per essere vicino a noi al punto da renderci fratelli suoi e figli di Dio, per ci con Lui e come Lui possiamo gridare a Dio "Abbà". L'incarnazione è il senso della nostra filiazione divina, quindi della nostra dignità e libertà dalla legge: " Non sei più schiavo ma figlio". Il vangelo ci presenta un atteggiamento tipico della Theotokos: "Maria da parte sua, serbava tutte queste cose nel suo cuore". Il "serbare" della Madonna è un atteggiamento contemplativo che si basa sull'accoglienza, l'ascolto e la disponibilità; è il progressivo aprirsi alla rivelazione e alla comprensione, che riscalda il proprio cuore prima di essere portato agli altri. Poiché il tempo è dono dell'Altissimo, non ci appartiene, pertanto lo dobbiamo impiegare nel senso che il donatore indica e non in senso egoistico. Il tempo non è mio, è anche del fratello, glielo devo restituire. La festa odierna è posta all'inizio dell'anno civile per ricordarci che i giorni dell'anno ci vengono donati per essere spesi in armonia e in pace con la volontà del Donatore. Scambiamoci gli auguri di buon anno, ma sarebbe giusto scambiarci anche gli auguri di pace: Buon anno! Shalom! Revisione di vita - Scambiandoci gli auguri di Buon Anno, in famiglia e con i conoscenti, ci siamo mai resi conto che ci benediciamo a vicenda? - Siamo disposti serbare nel nostro cuore il magnifico dono del Natale? - Riteniamo che il tempo che noi abbiamo a disposizione sia egoisticamente solo nostro o più tosto da condividere con i nostri cari e con il prossimo? |