Omelia (26-11-2013) |
Riccardo Ripoli |
Per creare ordine ci vuole il disordine Non resterà pietra su pietra che non venga distrutta Spesso mi domando perché c'è una fase della vita, l'adolescenza, in cui Dio ci ha programmati per essere ribelli, andare contro corrente, osteggiare le cose più palesi, rifiutare tutto ed il contrario di tutto. Credo che il motivo stia nel fatto che nulla si crea, nulla si trasforma senza una dolorosa e difficile trasformazione. Guardate il bruco che diventa farfalla, il pulcino che deve uscire dall'uovo. Così è per l'uomo in tutta la sua vita. Quante pene d'amore per conquistare la persona amata, che fatica per mantenere in piedi un buon rapporto, una famiglia, un lavoro, un cliente. Per far crescere un popolo occorre spesso una rivoluzione, talvolta fatta con le armi, altre volte solo ideologica. Fa parte del nostro essere, fa parte di noi. Così per chi crede è naturale che la morte sia parte della vita, l'atto finale, la prova più difficile da superare. Pensate quale soddisfazione per un adolescente che entri nel mondo degli adulti dopo aver capito i propri errori, quanta esperienza e quanta forza ha acquisito, o che gioia nel poter godere dell'amore dell'uomo o della donna faticosamente conquistato, quanta soddisfazione nel guardarsi indietro e poter vedere di aver costruito qualcosa di buono da lasciare ai propri cari, al mondo intero. Se così è durante la nostra vita, a maggior ragione deve necessariamente esserlo alla fine della nostra esistenza. Tribolazioni, pene, preoccupazioni, dolori, tragedie non possono essere fini a sé stesse, ma segnano un passaggio, un momento di grande difficoltà per raggiungere una vita migliore. La distruzione del nostro corpo non può e non deve essere fine a sé stessa. Anche gli amici atei che non credono nel Paradiso dopo la morte possono avere una loro eternità, dopo la vita su questa terra, nella memoria e nel ricordo delle persone alle quali hanno fatto del bene che le ricorderanno per sempre, tramandandone lo spirito, i valori ed i principi. |