Omelia (29-11-2013) |
Riccardo Ripoli |
Quale eredità vogliamo lasciare al mondo? Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno Quale eredità vogliamo lasciare al mondo? Le nostre opere, i valori, i principi, gli ideali, le battaglie vinte in nome dell'amore verso il prossimo, i figli che accudiamo. Tutto avrà fine prima o poi, tutto si sgretolerà e diventerà polvere disperdendosi e chi verrà dopo nemmeno si accorgerà che quella cosa è esistita, ma ciò che non passeranno mai sono le parole buone, quelle che insegnano le regole da seguire, le buone maniere, l'amore per la giustizia. Avete mai fatto caso a quanto siamo tutti sempre molto critici nei confronti del prossimo? Eppure quando un nostro conoscente muore, magari più volte da noi disprezzato, con il passare del tempo tendiamo a dimenticarci i suoi aspetti negati e siamo pronti a sottolineare quelli positivi. Il segno che il bene trionfa sul male, che l'amore e i buoni insegnamenti vanno oltre i nostri giudizi sommari, un po' come se vedessimo sempre la cenere che si deposita nel caminetto e non riuscissimo a vedere la brace che arde e riscalda da sotto. Atei o credenti che siate, prendete il Vangelo. Per qualcuno è la parola di Dio, per altri la filosofia di un certo Gesù vissuto duemila anni fa. Però! Duemila anni e le sue parole sono sempre vive, attuali. Sfido chiunque a dire che il perdono non porti alla pace, che la solidarietà non faccia bene anche a chi la mette in pratica, che la perseveranza non porti a buoni risultati. Tutti, anche gli amici atei, sono chiamati a leggere il Vangelo almeno una volta nella vita. Non si può criticare o mettere da parte ciò che non si conosce. Le parole di Gesù non tramonteranno mai. |