Omelia (04-12-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Isaia 25,9b

Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza...
Is 25,9b


Come vivere questa Parola?

All'interno del grande inno di ringraziamento per la salvezza che il Signore elargisce sul popolo colpito dalle sventure, Isaia colloca un brano dalle consolanti dimensioni universalistiche: il Signore stesso, sul monte Sion, sta preparando un banchetto. Non solo una mensa, sovrabbondante di cibi e di bevande, ma anche il luogo aperto a tutti, ad ogni persona, a tutte le nazioni. Il velo che copriva gli occhi delle nazioni, infatti, sarà strappato, e sarà svelata a tutti la misericordia, la bontà, la sollecitudine del Signore. Non solo: il Signore Dio stesso asciugherà le lacrime su ogni volto; ed eliminerà la morte, per sempre (cf Is 25,8).

Questo è il Signore, nostro Dio! Colui in cui abbiamo sperato! È lui la nostra salvezza! Proprio così dovevano aver percepito Gesù di Nazareth gli zoppi, gli storpi, i ciechi, i sordi, i sani e i malati che lo seguirono sul monte presso il lago di Galilea (cf Mt 15,29-37). La compassione del Signore li avvolse tutti: molti malati vennero guariti, tutti furono saziati. E tutti, nello stupore per quello che videro e compresero, innalzarono lode al Dio ed esultarono per la sua salvezza.

Al loro coro uniamo la nostra voce riconoscente poiché la mano del Signore continua a posarsi su ciascuno di noi, continua ad asciugare le lacrime sul nostro volto, continua a prepararci la mensa e a guidarci nelle valli oscure:

«Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla...
Rinfranca l'anima mia, mi guida per il giusto cammino...
Davanti a me Tu prepari una mensa,...ungi di olio il mio capo...
Bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni»

(dal Salmo responsoriale 23)

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