Omelia (06-12-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Isaia 29,18b

Liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno...
Is 29,18b.


Come vivere questa Parola?

I capitoli 28-33 del libro di Isaia stendono davanti a noi una serie di oracoli del Signore in cui si intrecciano i testi di sventura e della salvezza, gli annunci di giudizio sui popoli e le promesse di salvezza. In questa linea ci inserisce la lettura di oggi: guai ... a chi vuole sottrarsi alla vista del Signore, a chi agisce nelle tenebre, a chi si vanta della propria furbizia tanto nessuno lo vede né lo conosce. I piani del Signore però hanno sempre ribaltato i progetti umani e rovesciato le intenzioni spavalde dei prepotenti nei confronti dei più deboli. Che invece vengono soccorsi. Sono gli umili, i più poveri, coloro che nella loro debolezza si affidano alla forza del Signore. Questi saranno liberati dall'oscurità e dalle tenebre, dalla sordità e dalle trame dei tiranni. Potranno vedere e quindi agire secondo la rettitudine; potranno sentire la parola del Signore e metterla in pratica; potranno reagire all'oppressione e santificare il nome del Signore. Secondo la sua promessa: «... gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo di Israele» (Is 29,19).

Questa è la nuova condizione anche dei due ciechi guariti da Gesù, secondo il racconto di Matteo: seguono Gesù, invocano la sua misericordia fuori e dentro la casa gridando la loro fede: « Figlio di Davide, abbi pietà di noi!» (cf Mt 9,27-31). Li raggiunge la mano del Signore che tocca i loro occhi, e poi la sua voce: «Avvenga per voi secondo la vostra fede» che li libera dalle tenebre che oscuravano la loro esistenza. Ora lo possono contemplare e anche annunciare, a noi che - oggi forse - vacilliamo sulla nostra strada, e ci sollecitano pregando con noi:

«Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?...
Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore»

(dal Salmo responsoriale 27,1.14)

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