Omelia (08-12-2013)
Omelie.org (bambini)


Un vangelo, quello di oggi, ascoltato tante e tante volte. Si legge nella festa di Maria Immacolata.
Le feste cristiane non servono solo a onorare, lodare, a riconoscere le cose grandi che il Signore compie nelle persone come Maria e i santi, non servono solo a riconoscere il loro impegno per rispondere al Suo amore. Le feste cristiane servono a noi per capire a quale "grandezza", a quale gioia il Signore ci chiama.
I santi sono per noi modello. Così Maria. La sua vita diventa per noi credenti un modello da copiare, da vivere, da realizzare giorno dopo giorno nella nostra vita.
A volte può succedere che davanti a un modello ci scoraggiamo.
Non so se vi è mai capitato... io, per esempio, quando andavo a scuola e l'insegnante di disegno ci diceva di ricopiare una cosa, lì per lì mi scoraggiavo perché mi sembrava davvero difficile. Ma la mia insegnante era così paziente che veniva al mio banco e mi aiutava a vedere le linee, gli spazi, le luci e le ombre di quella composizione e così, aiutata da quel nuovo sguardo, riuscivo a disegnare.
Bene, è un po' così anche per quanto riguarda i modelli di vita cristiana. Abbiamo bisogno di fermarci un attimo, di andare piano piano, di vedere le linee portanti, gli spazi, le luci, le ombre. La parola di Dio che abbiamo ascoltato oggi ce le offre, come sempre, in modo chiaro.
La prima cosa che risalta in questo brano di vangelo è che Dio prende l'iniziativa. Invia un angelo con un nome preciso, Gabriele (che significa "Forza di Dio" oppure "Dio è la mia forza"), in una città chiamata Nazareth. Devo dirvi che qui l'evangelista Luca esagera un po' chiamando Nazareth "città" perché in effetti Nazareth, al tempo di Gesù, era proprio un villaggetto con poche case sperdute nel deserto, in una terra della regione della Galilea considerata dai pii credenti dell'epoca una terra semi pagana. Se vi ricordate, la gente di Gerusalemme, quando sa che Gesù viene da Nazareth, dice: "Ma da Nazareth cosa può venire di buono?". Come dire: è una terra senza nulla, per cui da quella località non può venire fuori nulla di positivo.
E qui abbiamo la prima meraviglia: Dio ci stupisce sempre perché lui non fa mai come gli uomini che guardano le apparenze, che guardano ciò che colpisce, Dio ha uno sguardo diverso, guarda il cuore, va oltre ciò che appare. Dio ci guarda sempre in modo positivo e non sono certo le nostre capacità, la nostra bravura, il nostro impegno che lo spingono a sceglierci, ma è semplicemente il suo amore gratuito per noi.
"Tu sei piena di grazia" dice l'angelo e diciamo noi oggi, tu sei immacolata.
Certo, Maria è davvero la Piena di grazia, la graziosa, la bella. Noi la guardiamo con meraviglia, ma questo sguardo su di lei deve diventare modello per noi. Perché anche noi, anche tu ed io, siamo chiamati a essere immacolati e santi. Lo dice san Paolo quando scrive ai cristiani di Efeso e dice così: "Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati per mezzo della carità" (1,4).
Ed ecco la seconda meraviglia: noi siamo stati nel cuore, nel pensiero di Dio, scelti, cioè amati, prima ancora che il mondo esistesse. Perché? Per essere santi e immacolati per mezzo dell'amore.
Che cosa rende santi e immacolati? L'amore.
La festa di oggi ci dice che Dio ha grande fiducia in ciascuno di noi, non guarda se siamo bravi, se abbiamo tante capacità. Lui ci ama e basta. Credere in lui vuol dire accogliere questo suo amore.
È davvero una grande certezza. Dio ci ama e spera che questo suo amore ci spinga, come Maria, ad accogliere come lei il suo progetto di vita.
"Eccomi sono la serva del Signore". Una espressione bellissima che dice non solo l'adesione totale al progetto di Dio, un progetto che va oltre il pensiero dell'uomo - come quello di avere un bambino senza l'intervento di un papà - ma esprime la consapevolezza di un cambiamento che avviene nella vita di Maria grazie all'amore, allo sguardo di Dio su di lei.
Il termine "Servo del Signore", nella Bibbia, non esprime l'idea di un domestico, di uno che fa i servizi, ma è un termine tecnico che dice un ruolo ben preciso: il servo del Signore è colui che siede alla destra del re, colui che ne fa le veci.
Maria è la serva del Signore, è colei che Dio sceglie e che riveste della sua forza per stare al suo fianco, alla sua destra come principe, affinché diventi, in questa storia, il segno del suo amore. Maria, come suo figlio Gesù, non ha una strada facile per questo ruolo, ma proprio attraverso il suo sì il mondo conoscerà la gioia di sapere che Dio lo ama.
Anche noi siamo chiamati a questo, non importa l'età, non importa il grado di ricchezza, non importa se abitiamo in una città famosa o in un piccolissimo paese. Dio ci ama, ci sceglie, ci chiama a partecipare con lui alla realizzazione del suo Regno dove l'amore, la pace, la fraternità, la bontà, il perdono, l'accoglienza e la giustizia sono i colori per realizzare il disegno di Dio.
Buona festa!

Commento a cura di Sr. Piera Cori