Omelia (12-12-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Isaia 41, 14 Non temere vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele IS 41, 14 Come vivere questa Parola? Se fosse un uomo a darci del "vermiciattolo" o della "larva" sicuramente ci offenderemmo, colpiti nella nostra dignità. Nella lettura di Isaia è invece Dio a definire così il suo interlocutore e i due termini non producono lo stesso effetto. Non solo perché davanti al Signore ogni uomo saggio si sente piccola cosa, una "larva" appunto, ma soprattutto perché le due parole sono inserite in un contesto preciso: ci sono un "non temere", un "ti vengo in aiuto", un "ti rendo come trebbia acuminata". C'è dietro ai due nomignoli un Dio che ama e che è presente, che tiene per mano "ti tengo per la destra", un Dio che mentre vede tutti i limiti e le povertà nello stesso tempo vede le possibilità: "Tu gioirai nel Signore, ti vanterai del santo di Israele." La parola di Dio non offende mai, pur dicendo la verità su di noi. Non fa sconti, ma sapientemente unisce la correzione alla consolazione. Rivela le fragilità ma non "taglia le gambe". Guai ad essere permalosi con essa! Dobbiamo permetterle di "offenderci" nel senso di colpirci là dove siamo più sensibili, dove non vorremmo essere guardati e giudicati. Chi lo fa diventa come il Battista di cui ci parla il vangelo il quale, ricevuta da Dio la verità su di lui, diventa uomo capace di verità e sperimenta sulla sua pelle come l'Amore possa trasfigurarlo. Grazie Signore perché tu, rivelandomi chi sono, dici anche tutta la mia dignità. Grazie perché hai stima di me e le mie miserie invece di allontanarti, ti attirano. La voce di un Padre nello Spirito Dio vuole che la vostra miseria sia il trono della sua misericordia, e le vostre incapacità la sede della sua onnipotenza. Le vostre incapacità non vi impediscono di rientrare in voi stessa: vi impediscono solo di piacere a voi stessa! San Francesco di Sales Emanuela Giuliani - emanuelagiuliani@gmail.com |