Omelia (08-12-2013) |
padre Antonio Rungi |
Tutta bella sei Maria La solennità dell'Immacolata concezione è sicuramente tra le feste mariane più sentite dal popolo di Dio e più vissuta da piccoli e grandi. Sicuramente la bellezza spirituale della Madonna porta quasi istintivamente a rivolgerci a Lei, Madre di Dio e Madre della Chiesa, soprattutto nei momenti difficili dell'esistenza umana. Non a caso papa Pio IX proclamò il dogma dell'Immacolata nel 1854, durante uno dei periodi più difficili della Chiesa e del Pontificato. Profugo a Gaeta, salendo al Santuario della Madonna della Civita, il 10 febbraio 1849, ai piedi della Madonna decise di approfondire il dogma dell'Immacolata e di renderlo pubblico, visto ormai la devozione popolare che era sentita presso il popolo di Dio. Maria esce da questa definizione dottrinale come la "Tutta pura e bella, preservata dal peccato originale e da ogni altro peccato, perché Madre di Dio e del Messia". Dio aveva riservato a se questa creatura unica, per renderla degna dimora del suo Figlio fatto uomo, venuto nel mondo per la salvezza dell'umanità. Quest'anno la solennità mariana, che si pone all'inizio dell'Avvento, assume un significato speciale, in quanto siamo chiamati come credenti, sulla parola di Dio e su quella del Magistero di Papa Francesco, ad essere annunciatori della buona novella del Regno di Dio, del gaudio evangelico. E Maria, dopo Gesù, è la vera buona notizia che l'umanità può accogliere anche oggi, in un mondo segnato da tante forme ed espressioni di peccato personale e sociale, da tante tenebre che necessitano di essere diradate dalla luce di Gesù e di Maria. La parola di Dio di questa solennità, che coincide con la II domenica di avvento, ci pone di fronte al grande mistero della salvezza del genere umano in cui un ruolo ed una missione particolare ha appunto la Madonna Immacolata. Nel prefazio di oggi, preghiamo il Signore con queste parole di gioia e di speranza per il genere umano: "Tu hai preservato la Vergine Maria da ogni macchia di peccato originale, perché, piena di grazia, diventasse degna Madre del tuo Figlio. In lei hai segnato l'inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza. Da lei, vergine purissima, doveva nascere il Figlio, agnello innocente che toglie le nostre colpe; e tu sopra ogni altra creatura la predestinavi per il tuo popolo avvocata di grazia e modello di santità". La missione e la vocazione di Maria nel dire il suo totale sì a Dio, sta sintetizzata in queste verità di fede: preservata dal peccato originale, la piena di grazia, Madre di Cristo, Madre della Chiesa, splendore di bellezza, vergine purissima, avvocata di grazia, modello di santità. Sono alcuni titoli mariani che acquistano significato nel quadro generale del dogma dell'Immacolata. E come tutti i dogmi della Chiesa cattolica, essi non sono affermazioni dottrinali astratte, ma hanno una reale corrispondenza nella realtà, nella fede e nel cuore di ogni credente. Maria Immacolata è chiaro invito a tutti i cristiani a mettersi sulla strada della grazia e ad allontanarsi da ogni peccato, non lasciandosi sedurre dalle varie tentazioni, soprattutto quelle della carne, dei piaceri della vita, dell'orgoglio e della superbia che portano l'uomo alla sua distruzione, come ci rammenta il racconto della Genesi circa il peccato originale, commesso dai nostri progenitori, Adamo ed Eva. Dio non lascia solo, nel peccato, l'uomo debole e fragile della prima creazione, ma promette già da allora una salvezza, prefigurando la presenza di Maria, la Madre dei viventi, in questo opera della redenzione, compiuta dal nuovo Adamo, da Gesù Cristo sulla Croce. "Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno". E' l'immagine dell'Immacolata che ben conosciamo nella nostra iconografia cristiana. Maria che schiaccia la testa al serpente tentatore, a Satana, origine e causa di ogni male nell'uomo e nel mondo. Nel mistero della redenzione si riafferma la dignità e la libertà dell'uomo e l'uomo non è più quello di prima, perché nel battesimo, sacramento della rinascita e della ri-creazione, l'uomo viene riportato allo stato della grazia e dell'amicizia con Dio. Spetta solo e soltanto a lui, mediante il libero arbitrio, rispondere a questo amore e a questa chiamata di Dio alla vita della grazia, come ha fatto Maria nel momento dell'annunciazione. Il testo del Vangelo di Luca che ascoltiamo ci fa quasi toccare con mano questo momento unico ed irripetibile della storia umana e della salvezza del genere umano. Il si di Maria, la tutta pura e bella, è il criterio morale e spirituale e la linea di condotta per ogni cristiano che vuole immettersi sulla strada della santità. Nel mistero della pasqua di Cristo e nell'immacolato concepimento di Maria noi possiamo comprendere chi siamo realmente davanti a Dio. Se non lo sapessimo, san Paolo Apostolo lo ha scritto con chiarezza ed evidenza assoluta nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla sua Lettera agli Efesini. Di questa benedizione Maria è entrata a far parte dall'eternità, in modo singolare, essendo stata pensata ed amata da Dio totalmente nella sua bellezza del cuore, della mente e della sua persona, al punto tale che non essendo stata soggetta al peccato originale, il suo corpo purissimo ed immacolato è stato assunto direttamente alla gloria del cielo, senza passare per il sepolcro e il dolore della morte. L'Immacolata è anche l'Assunta, la Madre di tutti che veglia sul nostro cammino e ci indica la strada per incontrare Dio e Gesù Cristo. |