Omelia (05-12-2013) |
Riccardo Ripoli |
Una casa sulla roccia Un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia E' scontato che ognuno di noi su questa terra è chiamato a costruire qualcosa. I fannulloni che incrociano le braccia a vivono come parassiti per scelta non sono ben visti e per fortuna sono una minor parte. Come costruire è parimenti assodato: un miglioramento della nostra vita, di quella delle persone alle quali vogliamo bene ed in buona misura anche di quella delle altre persone della nostra comunità. Quando si fa una cosa tanto vale farla bene, sia perché un domani non crolli addosso a noi o ai nostri cari, sia per non doverci rimettere le mani più volte, sia perché qualcuno non ci punti il dito addosso preferendo un applauso ad una critica. Chi edifica una casa poggia le fondamenta di essa sulla roccia, non certo sulla sabbia o sul terreno fangoso, in modo che dinanzi alle intemperie la dimora non venga distrutta. Ciò che non è scontato invece è con quale materiale costruire. Le piramidi dei faraoni sono intrise del sangue degli schiavi, e così tante altre strutture, ma se ci ripugna pensare di frustare qualcuno per avere dei benefici, spesso ci comportiamo come costoro utilizzando gli altri per un interesse personale. Dovremmo imparare ad usare come materiale i buoni principi, i valori della solidarietà e dell'accoglienza. Pensate se un giorno bussasse alla vostra porta un bambino povero, malnutrito, maltrattato e vi chiedesse asilo, vi pregasse di essere accolto nella vostra casa e voi rifiutaste perché la struttura è piccola, i soldi sono pochi, i figli sono piccoli, l'età avanza, la vostra libertà è impagabile, non è vostro compito, i suoi genitori potrebbero venire a cercarlo ed arrabbiarsi con voi. Pensate adesso che una bella mattina scopriate che quel bimbo è figlio del vostro datore di lavoro, da lui inviato per mettervi alla prova, per capire se siete all'altezza di far parte di quell'azienda fondata su valori umani. Cosa credete che il vostro principale possa fare? Potrebbe licenziarvi, farvi trovare un giorno i portoni chiusi e lasciarvi disoccupati a fare la fame, a dove vendere la vostra casa, barattare le vostre sicurezze per un tozzo di pane fino al giorno in cui non morirete di stenti, reietti da tutti. Potete dire con certezza che Dio non esista? Siete così sicuri che i bambini che potremmo accogliere in affido nelle nostre case non siano inviati dal nostro Principale? Davvero siete disposti a correre un rischio così grande come quello di passare l'eternità a patire le pene dell'inferno? Ma se anche non avete timore di Colui che ci ha donato la vita, abbiate rispetto per quel bambino che bussa alla vostra porta. Ci sono migliaia di bambini che hanno bisogno di voi, migliaia di famiglie che con il vostro aiuto potrebbero risollevare la testa, risolvere i loro problemi ed essere una valida risorsa per i loro figli grazie alla sicurezza data loro dal vostro appoggio senza condizioni. Aprite le porte della vostra casa e del vostro cuore ai bambini, ai ragazzi che urlano e si disperano perché nessuno li vuole amare? Ma ci pensate? Nessuno li vuole amare? Cosa sarebbe oggi la vostra vita se da piccoli i genitori vi avessero messo da parte, maltrattato, non voluto? |