Omelia (16-12-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Numeri 24, 2-7

Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù. Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui. Egli pronunciò il suo poema e disse: «Oracolo di Balaam, figlio di Beor, e oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante; oracolo di chi ode le parole di Dio, di chi vede la visione dell'Onnipotente, cade e gli è tolto il velo dagli occhi. Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele! Si estendono come vallate, come giardini lungo un fiume, come àloe, che il Signore ha piantato,
come cedri lungo le acque. Fluiranno acque dalle sue secchie e il suo seme come acque copiose. Il suo re sarà più grande di Agag e il suo regno sarà esaltato.

Num. 24, 2-7


Come vivere questa Parola?

Balak, re di Moab, uno staterello vicino ad Israele, ha incaricato l'indovino Balaam di maledire, tribù per tribù, tutta Israele. Ma Dio non è per le maledizioni. Interviene infatti il suo Spirito che gl'ispira di realizzare semplicemente l'opposto: la benedizione. Quello che succede a Balaam è sorprendente: uno spalancarsi degli orecchi e del cuore sulla realtà da benedire da parte di Dio: una realtà che Balaam vede con uno sguardo gioiosamente nuova, perché il Signore gli ha aperto l'orecchio del cuore perché possa udire le sue Parole e gli ha tolto il velo dagli occhi perché possa vedere, nella luce di Dio, la verità di quel che gli sta dinanzi.

Ecco, in questo avvicinarsi del Natale, com'è importante che il Signore ci apra al senso profondo di questa festa da vivere più interiormente che esteriormente! E' la celebrazione del Suo venire nella nostra storia, non come un Grande potentissimo per imporre il suo dominio ma per essere un bambino, un "cucciolo d'uomo": l'onnipotenza capovolta nell'impotenza più assoluta, perché noi acquistassimo il potere dell'udito e della vista in cuore.

Signore, aprimi interiormente all'ascolto del grido dei poveri e fa cadere dai miei occhi il velo dell'egoismo. Che io possa ascoltare la tua Parola e vedano i miei occhi quello che in essa Tu mi indichi per essere da te benedetto e diventare benedizione.

La voce di un poeta

Chi sterilmente crede / non ha verace fede. / Uomo la tua fede è morta, / se frutto alcun non dà, se non le son di scorta / speranza e carità
Gabriele Rossetti

Sr Maria Pia Giudici - sanbiagi@casadipreghiera.191.it