Omelia (25-12-2013)
padre Antonio Rungi
Il sorriso di un Dio bambino

Natale è la festa della gioia, è la festa del sorriso. Non di un sorriso qualsiasi, ma il sorrido di un Dio Bambino. Nella notte più e sentita dell'anno liturgica, accostarsi alla grotta di Betlemme per adorare Gesù Bambino, il Figlio di Dio, che per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo iniziò la sua vita umana, nel grembo verginale ed immacolato di Maria, la Madre sua e la Madre nostra e che Giuseppe, il giusto, accolse come suo figlio, secondo la legge, rendendosi totalmente disponibile ai disegni di Dio. Gesù, Giuseppe e Maria sono i riferimenti di questa notte santa e di questo giorno santo che è il Natale. Sono i riferimenti spirituali per strappare un sorriso a Natale, a chi questo sorriso lo ha spento sul volto da un lungo periodo, perché sono troppi i motivi per solo soffrire e poco gioire.
Risuona in questo giorno santo la buona notizia che gli Angeli trasmisero ai pastori presenti a Betlemme, mentre Gesù veniva alla luce, come ci ricorda il brano del Vangelo di Luca.
Commentando questo brano del Vangelo, Papa Francesco nella sua recente Esortazione apostolica Evangelii Gaudium scrive: "La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia".
Ed aggiunge evidenziando i rischi del tempo di oggi: "Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l'entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto".
E successivamente ci fa meditare sul grande dono della gioia che solo il Signore potrà donarci in modo pieno e duraturo: "Mi riempie di vita rileggere questo testo: «Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia» (Sof 3,17). È la gioia che si vive tra le piccole cose della vita quotidiana, come risposta all'invito affettuoso di Dio nostro Padre: «Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene... Non privarti di un giorno felice» (Sir 14,11.14). Quanta tenerezza paterna si intuisce dietro queste parole!.
Natale è questa gioia che solo Dio può donarci davvero e per sempre, nelle piccole o grandi cose della vita che ci possono capitare di volta in volta.
Tutto è scritto in quel libro della vita, dove Dio scrive parole solo d'amore, di gioia e di conforto per tutti. E se siamo nella tristezza ci incoraggi al sorriso il volto di Gesù Bambino, ci dia speranza il volto di Maria e ci sostenga il coraggio e l'energia di San Giuseppe. Se poi vogliamo assaporare la gioia piena con ci resta che essere come i pastori, docili alla voce del Signore ed andare, sul suono delle trombe angeliche, alla grotta di Betlemme con la fede e con potenza di quell'amore che trasforma in gioia ogni dolore.
Ecco faccio mia la riflessione di Papa Francesco e spero anche io, come sacerdote, che ci sia un cambiamento di rotta nella nostra vita: "Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua. Però riconosco che la gioia non si vive allo stesso modo in tutte la tappe e circostanze della vita, a volte molto dure. Si adatta e si trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza personale di essere infinitamente amato, al di là di tutto. Capisco le persone che inclinano alla tristezza per le gravi difficoltà che devono patire, però poco alla volta bisogna permettere che la gioia della fede cominci a destarsi, come una segreta ma ferma fiducia, anche in mezzo alle peggiori angustie.
Questo Natale che ci apprestiamo a vivere non solo nella notte santa e nel giorno solenne della nascita di Gesù, ma per tutti i giorni della nostra esistenza, ci riempia di gioia. Riempia di gioia i bambini di tutto il mondo, le mamme e le donne di tutta la terra, i papà e gli uomini di ogni nazione, i giovani di ogni popolo e cultura del mondo, i malati ed i sofferenti che si incontrano in ogni angolo del Pianeta, i delusi e gli scoraggiati che guardano al Natale nel segno di questa speranza che la nottata deve passare, come passa la Notte di Natale e qualsiasi altra notte. Ma in ogni notte, in ogni giorno, in ogni attimo della vita che passa, c'è sempre e solo Lui, l'Emmanuele, il Dio con noi, il Dio che ci porta tanta gioia nel cuore, nonostante i fiumi li lagrime che sgorgano per la gioia o per la tristezza sul volto di tanti uomini e donne che credono profondamente nel sorriso di un Dio Bambino, che è Gesù Bambino. Amen.