Omelia (01-01-2014) |
mons. Antonio Riboldi |
Buon Anno nel Nome di Maria Santissima Mi affretto a fare gli auguri di un anno pieno di Grazia, di Pace e serenità, non solo a voi miei carissimi, ma a tutti gli uomini. E Dio solo sa - e noi con Lui - quanto bisogno c'è che il tempo che ci è donato da vivere su questa terra non sia un diario in bianco o, peggio ancora, un diario con troppi errori, alcuni madornali, che ci fanno male. L'anno appena trascorso certamente è stato ricco di azioni belle che, credo, tutti abbiamo compiuto davanti agli occhi del Padre, e Lui le conserva, così come ormai fanno parte della nostra storia tutte le manchevolezze, gli errori, che affidiamo con fiducia alla Sua Misericordia. La vera sapienza, che è dono dello Spirito, per tutti, ci insegna infatti ad affidare alla Misericordia di Dio ciò che ormai non possiamo cancellare, ossia il passato, nel bene e nel male, per ritornare ad essere capaci di usare ogni istante della vita come programma di bene, riempiendo il diario delle nostre giornate di azioni buone agli occhi di Dio e degli uomini. Viviamo ogni giorno - anche perché non sappiamo se sarà ‘uno dei tanti', che Dio ci dona, o uno fra gli ultimi - come la grande occasione per essere ‘uomini di buona volontà'. Oggi la Chiesa celebra la Solennità di Maria, Madre di Dio, come per darci una sicura compagnia nel nostro cammino quaggiù. Per chi crede è una meravigliosa occasione per, non solo meditare, ma per metterci nel Suo Cuore di Mamma, donataci da Gesù in croce. È un ineffabile dono quello di Gesù: darci per Mamma, Sua Mamma! E la fede ci conferma che la Madonna non ci è Mamma ‘per modo di dire', ma dal Cielo lo è con un Amore tenero e sollecito. Conosce ognuno di noi e ci accompagna, non permettendo che restiamo soli. Se anche non la vediamo vicina fisicamente, lo è di fatto. Come le nostre mamme, del resto, ma molto più potente! E che ci è vicina ce lo ricordano le tante apparizioni tra di noi, in cui con chiarezza, ci consiglia, come le nostre mamme, e ci dà il segno che ci segue. E come si fa sentire la Sua vicinanza quando recitiamo il S. Rosario! Il Vangelo ce la presenta, già dal Natale di Gesù, come Mamma che, davanti a ciò che succede, ‘custodisce tutto, meditandolo nel suo cuore'. "In quel tempo - racconta Luca - i pastori andarono senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto com'era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo". (Lc 2, 16-21) Piace ripensare alle parole di Papa Francesco, pronunciate il giorno della Festa dell'Immacolata, che unisce il nostro destino a quello di Maria. "Il mistero di questa ragazza di Nazareth, che è nel cuore di Dio, non ci è estraneo. Non è lei là e noi qui. No, siamo collegati. Infatti Dio posa il suo sguardo d'amore su ogni uomo e ogni donna! Con nome e cognome. Il suo sguardo di amore è su ognuno di noi. L'Apostolo Paolo afferma che Dio «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati» (Ef 1,4). Anche noi, da sempre, siamo stati scelti da Dio per vivere una vita santa, libera dal peccato. E' un progetto d'amore che Dio rinnova ogni volta che noi ci accostiamo a Lui, specialmente nei Sacramenti. Allora, contemplando la nostra Madre Immacolata, bella, riconosciamo anche il nostro destino più vero, la nostra vocazione più profonda: essere amati, essere trasformati dall'amore, essere trasformati dalla bellezza di Dio. Guardiamo lei, nostra Madre, e lasciamoci guardare da lei, perché è la nostra Madre e ci ama tanto; lasciamoci guardare da lei per imparare a essere più umili, e anche più coraggiosi nel seguire la Parola di Dio; per accogliere il tenero abbraccio del suo Figlio Gesù, un abbraccio che ci dà vita, speranza e pace." E sentiamo anche come rivolte oggi a ciascuno di noi le domande che pose in un'altra occasione, proprio guardando a Maria come il modello della Chiesa, che siamo noi: "Maria la fede l'ha vissuta nella semplicità delle mille occupazioni e preoccupazioni quotidiane di ogni mamma, come provvedere il cibo, il vestito, la cura della casa.... Il "sì" di Maria, già perfetto all'inizio, è cresciuto fino all'ora della Croce. E lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio... E noi, ha aggiunto il Pontefice, "ci lasciamo illuminare dalla fede di Maria, che è Madre nostra? Oppure la pensiamo lontana, troppo diversa da noi? Nei momenti di difficoltà, di prova, di buio, guardiamo a lei come modello di fiducia in Dio, che vuole sempre e soltanto il nostro bene?". Guardiamo dunque alla Mamma celeste e chiediamole un cuore simile al Suo, capace di aprirsi alla parola di Dio, che si manifesta negli eventi, ‘custodendo' le persone e le situazioni, perché il piano di Dio possa realizzarsi nel mondo. Rinnovo a tutti il mio augurio di BUON ANNO e prego e benedico. |