Omelia (05-01-2014)
don Luciano Cantini


"Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto;
ma a quanti però lo hanno accolto,
ha dato il potere
di diventare figli di Dio"
(Giovanni 1, 11-12)

È l'inno dell'amore di Dio per noi, un inno all'ottimismo, il sì di Dio sull'umanità, su questa umanità che Dio ha fatto sua.

In principio era il verbo
In principio tu sei Signore, prima del tempo, prima dello spazio, prima dell'inizio di tutte le cose, perché tu sei. La tua Parola ci introduce nel tuo mistero divino, del non tempo, del non spazio, dove tu sei principio. Principio del tempo e dello spazio, della nostra vita, della nostra stessa esistenza come uomini nella terra che tu, Parola eterna, hai creato.

E il verbo si è fatto carne
Sei entrato nel tempo, che tu ci hai donato, e ti sei fatto storia; sei entrato nello spazio che tu ci hai donato, e ti sei fatto uomo, o Signore! Compagno del nostro cammino.
Hai posto la tua tenda tra di noi, non una casa o un palazzo, non un tempio o un santuario. Solo una tenda per parlarci di semplicità, di provvisorietà, di precarietà, di mobilità... di qualcosa da smontare e rimontare perché sia sempre nuova.

Ma i suoi non l'hanno accolto
Signore, volevamo accoglierti con tutti gli onori, e ti abbiamo cercato inutilmente:
ti aspettavamo potente e ti abbiamo cercato tra i potenti,
ti aspettavamo forte e ti abbiamo cercato tra i forti,
ti aspettavamo ricco e ti abbiamo cercato tra i ricchi.
Non ti abbiamo riconosciuto e non ti abbiamo accolto.
Signore, aspettavamo grandi cose segni potenti, gesti poderosi, qualcosa di celeste e di regale...
Non ti abbiamo riconosciuto e ti abbiamo rifiutato come il peggiore degli uomini: ingiuriato, percosso, umiliato, torturato, condannato a morte, ammazzato! Come il peggiore degli uomini, quelli che tutti i giorni rifiutiamo: perché sono diversi da noi, non sanno parlare, non si fanno capire, sono solo di passaggio, clandestini, sporchi, poveri, bugiardi. Gente inutile: intralciano le nostre strade, ci portano via tutto, ci tolgono la libertà, inquinano la nostra cultura.

Diventare figli di Dio
La tua Parola, o Signore, è incredibile, ci parla di un amore insensato, totale, gratuito: verso i nemici, coloro che dicono male di noi, coloro che ci fanno del male. Ci dice di fare del bene a chi ci odia, di regalare a chi ci ruba, di prestare a chi non restituisce, di accompagnare chi cammina. E tu Signore ci hai dato l'esempio: hai accolto i pubblicani e le prostitute, sei stato amico dei disperati e dei rifiutati, hai perdonato i tuoi aguzzini. A chi ti riconosce perché ama di questo tuo stesso amore, capace di rendere nuovi, hai dato il potere di diventare figli di Dio.