Omelia (05-01-2014) |
Gaetano Salvati |
Commento su Giovanni 1,1-18 Oggi ritroviamo lo stesso testo del giorno del Natale del Signore e, ancora una volta, guardiamo il Verbo fatto carne, venuto ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14) per dare una nuova origine alla storia umana. Tale inizio è principio di salvezza e compimento della redenzione: in Lui si rende presente, vivo, l'amore del Padre e la potenza dello Spirito Santo. "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (v.9). Il Verbo, esistito da sempre presso il Padre, divenendo carne, irrompe nel tempo, trasformando la storia dell'uomo in storia d'amore con la vita divina. Gesù Cristo è il centro della vita e il principio di una direzione nuova della storia. È la luce che splende nelle tenebre del mondo, in Lui il pellegrinaggio nel mondo è sicuro. Lui è la vita, la nostra storia, perché, ospitandolo, diveniamo figli di Dio (v.12), uomini nuovi, salvati. Nella speranza del Cristo non esiste più il domani sospeso: è la speranza che illumina la notte della desolazione, la certezza che Dio sta dalla parte dell'uomo e non lo abbandona mai. Dunque, il Dio rivelato con l'incarnazione, e attraverso tutta la vita del Figlio, non è un Dio nascosto ma è Colui che rimane con noi nello Spirito. In Gesù la storia trinitaria diventa anche la storia dell'uomo: il Verbo fatto storia, impegnandosi a salvare l'uomo, lo proietta nella storia eterna della comunione della vita divina. Gesù Signore, quindi, è la storia della carità di Dio, e fa storia, perché entrando nel tempo dell'uomo, riscrive, trasforma la stessa storia. "La luce splende nelle tenebre" (v.5). Il Verbo divenuto storia è la risposta alle urgenze del tempo. Solo Cristo sa la soluzione all'ansia del nostro cuore; solo Lui, che ha sofferto con noi e per noi, è in grado di risollevarci dalle sofferenze. Lui, vero uomo e vero Dio, mostra la Verità, e rivelandola, ci rende partecipi della gloria eterna, cioè della comunione con il Padre nello Spirito, donando pienezza alla nostra esistenza. "E noi abbiamo contemplato la sua gloria" (v.14). Per contemplare la storia di Dio è necessario lasciarsi interpellare dalla Parola che vuole abitare fra di noi e in noi. È indispensabile rendere presente il Verbo attraverso la nostra piena umanità, quella trasformata da Cristo. Se avremo lo sguardo sul Verbo, noi, famiglia umana di Dio, scopriremo il senso del nostro cammino; un cammino, come accennato prima, nella speranza del Signore (Ef 1,18). Nella speranza saremo testimoni dell'amore più grande di tutte le crisi, delle disperazioni e delle croci sparse per il mondo. In Lui, infatti, manifesteremo, con la nostra nuova storia, che siamo veri cristiani, Suoi imitatori, attenti ai bisogni dei fratelli, annunciatori del Dio con noi, presente nel mondo. Amen. |