Omelia (01-01-2014)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Luca 2,16-21

Collocazione del brano

In questa solennità ci soffermiamo insieme sul mistero di Maria che è madre di Dio. Il Vangelo che ci viene proposto è quello della Messa dell'aurora del giorno di Natale, cioè la visita dei pastori al bambino Gesù. Il brano però ha due piccole variazioni: viene eliminata la menzione degli angeli che si allontanano dopo aver dato l'annuncio ai pastori e al termine viene aggiunto il v. 21, che parla della circoncisione del Bambino e dell'imposizione del nome. I bambini ebrei infatti venivano sottoposti a questa pratica che era il segno della loro appartenenza al popolo di Israele e insieme ricevevano il nome con cui sarebbero stati riconosciuti per tutta la vita. Prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II in questo giorno si celebrava la festa della Circoncisione di Gesù e il Santo Nome. Con la riforma si è voluto spostare la festa dedicata a Maria riconosciuta come Madre di Dio, un dogma di fede che era stato affermato nel concilio di Efeso del 431.

Lectio

16. (I pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.

Invitati dagli angeli a rallegrarsi per la nascita del Salvatore e sollecitati a verificarne il segno (vv. 10-12) i pastori si muovono senza indugio, affrettandosi. E' questo lo stesso atteggiamento che ebbe Maria nell'episodio della visitazione. Anche i pastori sono spinti da un motivo religioso: l'obbedienza alla parola che è stata loro annunciata. Il loro andare si conclude davanti al segno annunciato: il bambino. I pastori trovano Maria e Giuseppe. Luca ricorda per prima la madre di Gesù. Citando per prima Maria, nel nominare le persone che i pastori incontrano, Luca ci mostra la sua stima per la Madre di Gesù.

17. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
L'atteggiamento dei pastori è molto dinamico: prima ascoltano (vv. 10-11 e v. 15), poi si muovono e trovano il segno (v. 16), lo guardano e diventano a loro volta messaggeri, riferendo quanto avevano visto e udito. Il racconto supera il dato storico e diventa prefigurazione e modello della predicazione del vangelo. I pastori hanno accolto la parola della rivelazione, si sono lasciati portare a Gesù, hanno fatto l'esperienza iniziale della fede e quindi ora possono comunicarla agli altri. Inutile chiedersi chi siano coloro che udivano (non si sa se Maria e Giuseppe fossero rimasti soli dopo la nascita del bambino o vi fossero molte persone attorno a loro). Tutti quelli che udivano sono i futuri ascoltatori del vangelo, o meglio la stessa comunità cristiana che riflette sul fondamento della propria fede. Coloro che sentivano queste cose si stupivano. Lo stupore è la reazione dell'uomo dinanzi alle meraviglie di Dio, davanti all'azione di Dio che improvvisamente diventa manifesta nell'esistenza degli uomini.

19. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

Davanti alle parole-evento di Dio però non ci si può fermare allo stupore. La rivelazione deve essere approfondita. E' quello che ha fatto Maria, che "conservava tutte queste parole-evento ( rhema)". Maria cerca di penetrare il senso dei fatti che sta vivendo, delle parole dette dai pastori. Luca utilizza il verbo symballein (mettere insieme, avvicinare due parti di un intero, da cui il termine simbolo), che è stato tradotto con meditare. Si tratta di un'operazione di confronto che permette di far venire alla luce il senso profondo di un evento. Maria impegna la sua intelligenza e la sua volontà per penetrare eventi e parole che sono più grandi di lei, per capirli sempre meglio, con l'aiuto della grazia.
Maria fin dall'inizio e per mezzo delle parole di rivelazione e degli eventi ai quali partecipa in prima persona viene formata alla fede e potrà diventare il modello del discepolo che ascolta la parola e la mette in pratica (Lc 8,21). Anche Maria giungerà alla fede piena solo alla Pasqua. Ma fin da ora si manifesta come il tipo della Chiesa che vive della parola che ha ricevuto da Dio.

20. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.

Luca come è sua abitudine, termina il racconto con la partenza dei protagonisti. Come gli angeli, anche i pastori che hanno costatato la veracità della rivelazione ricevuta, glorificano Dio. Terra e cielo si uniscono per lodare Dio. Il canto di lode si ripete spesso nell'opera lucana e mostra come agli occhi dell'evangelista tale tipo di preghiera fosse profondamente legato alla sua comunità cristiana.

I pastori tornano alle loro occupazioni. Non andranno in giro per il mondo ad annunciare la nascita di Gesù.

Essi sono solo una prefigurazione dell'annuncio che si realizzerà compiutamente solo dopo la Resurrezione.

21. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Questo versetto apre un nuovo paragrafo nei racconti dell'infanzia. Dopo essere stato annunciato ai pastori Gesù si sottomette alle prescrizioni della legge ebraica. Come tutti i bambini maschi del popolo di Israele all'ottavo giorno viene sottoposto al rito della circoncisione e all'imposizione del nome (cfr. Gn 17,12; Lv 12,3). Al quarantesimo giorno verrà portato al Tempio di Gerusalemme per la purificazione. E' il brano che segue immediatamente questo versetto 21.

Luca come ha fatto anche per la circoncisione di Giovanni (Lc 1,59) Luca si sofferma sul valore del nome del bambino, anche se qui il racconto è molto più breve e non riporta nemmeno i nomi dei genitori, neppure quello di Maria, che secondo le parole dell'angelo avrebbe dovuto imporre il nome al figlio (1,31). Tutto sembra procedere come per comando divino, per un bambino destinato ad una missione unica.

Preghiamo
(Colletta per la solennità di Maria Santissima Madre di Dio)

Padre buono, che in Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, hai stabilito la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi, donaci il tuo Spirito, perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione si renda disponibile ad accogliere il tuo dono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio...