Omelia (02-02-2014)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Malachia 3,1-4; Salmo 23; Ebrei 2,14-18; Luca 2,22-40

La liturgia di domenica scorsa ci ricordava come il Cristo, predicando la buona novella chiedeva come prima cosa agli uomini di "convertirsi"perché il "regno di Dio è vicino", e perché questo potesse avvenire sia necessario che ogni uomo lo segua.

La liturgia di questa quarta domenica ci ricorda la "Presentazione al tempio del Signore" e in essa si celebra anche la XXXVI "Giornata per la vita".

"La vita è un dono che supera, come valore, ogni altro bene, poiché ha la sua sorgente in Dio, è anche mistero e come tale supera ogni nostra umana possibilità o pretesa di comprenderla, di spiegarla, di gestirla arbitrariamente.

E' sacra, perciò le si deve assoluto rispetto a ogni livello." (Madre Maria Canopi)

Nelle letture predomina l'"ascolto" della Parola del Dio che viene nel mondo proprio per l'uomo, per la sua salvezza attraverso il Cristo Signore.

Nella prima lettura il profeta Malachia ricorda le parole di Dio che manderà presto il suo "messaggero" sotto forma di "angelo del Signore" che entrerà nel tempio santo, e chiede se i popoli siano pronti ad accoglierlo, esso infatti li aiuterà, li purificherà, sarà come "fuoco e lisciva" che forgiano e purificano, e così le popolazioni di Giuda e di Gerusalemme trovato il Dio che attendevano, potranno fare offerte al Signore secondo giustizia ed esse stesse potranno ritornare agli antichi splendori".

Il profeta Malachia vive nel V secolo e il suo nome può essere identificato come "messaggero di Dio stesso". In tutta la Bibbia Dio si manifesta e parla attraverso i profeti, Malachia viene citato per ben dodici volte nel Nuovo Testamento, e annuncia tempi e modi nuovi per seguire il Signore.

Nel ritornello del salmo responsoriale tratto dal Salmo 23 il popolo prega il Signore chiedendogli:"Vieni Signore nel tuo tempio santo", tutto il creato alzerà la fronte verso il "re della gloria, il re vittorioso degli eserciti" chi può essere altri che il nostro Dio? Il tuo tempio santo non è forse anche l'anima di ciascun uomo?

La seconda lettura è tratta dalla lettera agli Ebrei. Questa lettera inserita nelle lettere cattoliche di Paolo, può essere considerata più che una lettera quasi un'"omelia", scritta in un greco perfetto ed elegante, in un linguaggio diverso da quello abituale delle lettere paoline, al centro di essa C'è la figura del Cristo mediatore e sacerdote regale. Il Figlio di Dio è venuto nel mondo quale sacerdote del Padre ma anche a condividere in tutto la natura dell'uomo pertanto può essere considerato membro della famiglia umana.

Cristo è al di sopra degli angeli ma anche perfettamente umano essendosi incarnato nella natura dell'uomo di cui ha condiviso tutte le miserie, le sofferenze e con la sua "croce" lo ha salvato. Egli è il mediatore fra l'uomo e Dio, ha efficacia nei confronti di Dio come suo Figlio ma è anche nostro fratello.

Nei versetti dal 14 al 18 leggiamo come Cristo non si prende cura degli angeli ma della stirpe di Abramo, Egli mediatore e sacerdote condivide la sorte degli uomini e infatti solo nella condivisione totale può aiutare gli uomini resi, per paura della morte, in schiavitù, con la sua morte sconfigge definitivamente il diavolo autore della morte, e lo salva.

L'evangelista Luca ci propone in questa domenica l'episodio della presentazione al tempio del "bambino" Gesù, la presentazione al tempio è anche, icona della vita consacrata interamente a Dio.

La liturgia proponeva un tempo di accendere le candele quale segno della "luce di Cristo", senza la quale luce non ha senso la vita dell'uomo e particolarmente quella del cristiano. A ricordo di quell'accensione delle candele, la festa di oggi si chiama anche "candelora".

Maria e Giuseppe, passati quaranta giorni, portarono il bambino al tempio per la circoncisione: il Cristo pur essendo di natura divina, non si sottrae alle usanze del suo popolo, sale al tempio portato dai suoi genitori che vogliono seguire le leggi di Israele.

Gesù era un bambino come tutti gli altri, ma mentre i genitori salgono al tempio il vecchio Simeone e la profetessa Anna, ispirati da Dio, vedono in quel bambino il Messia atteso dal popolo di Israele. Essi sono i primi discepoli, sono coloro che per primi lodano il Signore Gesù.

Simeone e Anna avevano passato la vita nel tempio in attesa del Messia, a Simeone Dio aveva promesso che non sarebbe morto senza vederlo. Simeone è infatti segno del popolo in attesa, la vita è cammino e attesa, ci insegna a perseverare, a non sfiduciarci, a ad avere speranza, per questo è necessario mettersi sempre in ascolto ed essere sempre alla ricerca del bene. Riconoscere il Cristo e vivere con lui la vita fa dimenticare le sofferenze e gli insuccessi della nostra quotidianità.

Chiediamo al Signore la grazia di poter anche noi entrare nel tempio per ascoltare ciò che questo bambino ha da dirci.

Il vangelo termina con il bellissimo salmo che recitiamo ancora oggi nelle preghiere della sera.

In questa domenica si celebra la vita in tutti i suoi aspetti e cicli, la Chiesa celebra anche la giornata della vita consacrata. Ecco la preghiera composta da Benedetto XVI per la vita consacrata:

O Maria, madre della Chiesa, affido a te tutta la vita consacrata, affinché tu le ottenga la pienezza della luce divina: viva nell'ascolto della Parola di Dio, nell'umiltà della sequela di Gesù tuo Figlio e nostro Signore, nell'accoglienza della visita dello Spirito Santo, nella gioia quotidiana del magnificat, perché la Chiesa sia edificata dalla santità di vita di questi figli e figlie, nel comandamento dell'amore. Amen.

Per la riflessione di coppia e di famiglia:

- Maria e Giuseppe portano al tempio il loro figlio primogenito come era in uso presso gli israeliti. La tradizione fa sì che anche oggi i bambini neonati siano portati in Chiesa per essere inseriti nella comunità cristiana, ma molti non lo fanno più. Quali le motivazioni che portano a questo comportamento e noi cristiani cosa possiamo fare?
- Siamo capaci di riconoscere il Dio che entra nel tempio della nostra anima? Se no, perché?
- Siamo capaci di mantenere "santo" il nostro cuore affinché il Signore Gesù venga ad abitarci?
- Simeone, ormai vecchio e stanco, spera ancora e vede il Signore Gesù. Nei momenti di buio della nostra fede siamo capaci di sperare sempre?

Gianna e Aldo - CPM Genova