Omelia (25-01-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Atti 9,5; 22,8 "Chi sei, o Signore? Io sono Gesù che tu perseguiti!" At 9,5; 22,8 Come vivere questa Parola? Più volte Luca negli Atti degli Apostoli ci narra gli inizi della missione di Paolo, ossia il momento che siamo soliti a chiamare la "conversione di Paolo". Anche Paolo stesso nelle sue lettere torna a parlarne, senza alcuna pretesa di vanto, ma per ribadire quanto fosse importante la scelta, la chiamata, la missione che Gesù stesso affida - ad uno che ardentemente lo aveva perseguitato. Paolo ora è sollecitato ad alzarsi, a separarsi dalle sue convinzioni unilaterali, ad aprire gli occhi e ascoltare chi potrà svelargli il vero volto del Signore. Non solo: è uno strumento prescelto dal Signore per portare il Suo nome dinanzi alle nazioni e anche per soffrire per il Suo nome (cf Atti 9,15-16). A seguito degli avvenimenti sulla via verso Damasco, Paolo quindi cercherà continuamente di rispondere alla domanda che aveva posto a Dio: "Chi sei, o Signore?". La prima risposta che percepisce, riguarda la sua vita fino a quel momento; ma le risposte seguenti che Paolo articolerà nella sua predicazione, nelle lettere e soprattutto con la sua vita, sono un dono per ciascuno di noi affinché anche noi ricordessimo, sempre, la nostra chiamata e la nostra missione di cristiani: «Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo» (1Cor 1,17) Dal Commento per la Settimana di Preghiera per l'unità dei cristiani 2014 (ottavo giorno): Paolo è inviato "ad annunziare la salvezza [...] senza parole sapienti, per non rendere inutile la morte di Cristo in croce" (1Cor 1,17). Il cammino verso l'unità deve essere trovato nella potenza della croce. Il vangelo che proclamiamo è reso tangibile e rilevante per noi nella misura in cui rendiamo testimonianza all'opera di Gesù Cristo nella nostra vita e nella vita della comunità cristiana. moblakfma@yahoo.com |