Omelia (28-01-2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Marco 3, 34-35

"Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre".
Mc 3, 34-35


Come vivere questa Parola?

Non basta ascoltare la volontà di Dio nella sua Parola, non basta conoscerla, non basta parlarne, bisogna farla per poter sentire rivolte a se stessi le parole di Gesù.

Bisogna praticarla come e quanto ci è possibile, dopo averla cercata, compresa, abbracciata. Se questo avverrà potremo dirci non solo fratelli o sorelle di Gesù, ma addirittura madri.

Madri perché lo custodiremo in cuore, lo accoglieremo in grembo, nella nostra carne per la fede, e lo partoriremo al mondo. Sarà per noi la cosa più cara come un figlio lo è per la madre, avvertiremo un legame inscindibile che nessun peccato o situazione potrà annullare. Lo porteremo in noi nella gestazione della riflessione e della preghiera ma poi non lo terremo più per noi.

Come per Maria, Gesù cresce nel nostro "grembo" perché sia condiviso, donato. E questo avviene nella misura in cui la sua Parola diventa carne della nostra carne, come lui è divenuto carne in Maria. Diventa gesti, parole, sguardi.

La nostra parentela con Cristo è un legame che non è mai fermo o uguale a se stesso. Non si fonda sul sangue ma sull'amore e cresce nella misura in cui l'amore è praticato.

Mi immagino Signore il tuo sguardo su di me e quanto vorrei che tu mi vedessi come sorella, fratello, madre. Fatico spesso a conoscere la tua volontà o a seguirla ma so che se mi affido a te nella mia incapacità e ti cerco con cuore sincero, dalla tua misericordia tutto posso sperare.

La voce di un uomo di Dio

"Non è un'eresia pratica sfiorare la Parola di Dio senza viverla?"
P. Gasparino

Emanuela Giuliani - emanuelagiuliani@gmail.com