Omelia (02-02-2014)
Wilma Chasseur
La luce viene presentata al tempio

Festa della Luce, festa di Gesù che entra nel tempio portato da Maria e Giuseppe .
La presentazione, o offerta, o riscatto, era prescritta dalla legge antica e prevedeva che ogni primizia doveva essere offerta al Signore. Quindi ogni primo frutto dei campi, dei greggi e soprattutto degli uomini, apparteneva al Signore e doveva essergli offerto come sua legittima proprietà. Ma nel caso di Gesù, questa non poteva essere che un'osservanza legale esteriore, perché essendo l'Unigenito Figlio del Padre, generato non creato, non aveva certamente bisogno di esserGli ancora offerto in quanto Gli apparteneva già da tutta l'eternità.
Il personaggio principale che dà rilievo a tutto l'accaduto è Simeone. Infatti il fatto sarebbe passato inosservato se un uomo qualunque non si fosse fatto avanti per salutare Maria e Giuseppe e prendere in braccio il Bambino. Uomo qualunque nel senso che Simeone non apparteneva alla classe sacerdotale, ma era un uomo del popolo, un laico diremmo noi. Uomo giusto e timorato di Dio e in più, aveva avuto una straordinaria rivelazione dello Spirito Santo che gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte, senza prima aver visto il Messia. Quindi è un laico che, per speciale rivelazione dello Spirito Santo, è stato investito della missione profetica e sacerdotale. E così, illuminato e mosso dallo Spirito di Dio, prende in braccio il Bambino, lo riconosce come Messia e canta il suo inno di morte. Mi colpisce come Maria e Giuseppe, fecero sempre e in tutto la volontà di Dio: siamo capaci noi di anteporla alla nostra? Ecco come fare:



  • La bicicletta di Dio


In una calda sera di fine estate, un giovane si recò da un vecchio saggio: "Maestro, come posso essere sicuro che sto spendendo bene la mia vita, che tutto ciò che faccio è volontà di Dio?
Il vecchio saggio sorrise compiaciuto e disse: "Una notte mi addormentai con il cuore turbato, anch'io cercavo, inutilmente, una risposta a queste domande. Poi feci un sogno. Sognai una bicicletta a due posti. Vidi che la mia vita era come una corsa con una bicicletta a due posti: un tandem. E notai che Dio stava dietro. Ma poi avvenne che Dio mi chiese di passare davanti. Anche se con gran timore, acconsentii, ma da quel momento la mia vita non fu più la stessa. Dio rendeva la mia vita più felice ed emozionante. Che cosa era successo da quando ci eravamo scambiati i posti? Quando guidavo io, conoscevo la strada che era piuttosto noiosa e prevedibile. Era sempre la distanza più breve tra due punti. Ma quando cominciò a guidare Lui, conosceva bellissime scorciatoie, su per le montagne, attraverso luoghi rocciosi a gran velocità, a rotta di collo. Tutto quello che riuscivo a fare era tenermi in sella! Anche se sembrava una pazzia, lui continuava a dire: «Pedala, pedala!». Ogni tanto mi preoccupavo, diventavo ansioso e chiedevo: «Signore, ma dove mi stai portando?». Egli si limitava a sorridere e non rispondeva.



  • Finita la vita noiosa...


Tuttavia, non so come, cominciai a fidarmi. Presto dimenticai la mia vita noiosa ed entrai nell'avventura, e quando dicevo: «Signore, ho paura...», lui si sporgeva indietro, mi toccava la mano e subito una immensa serenità si sostituiva alla paura. Mi portò da gente con doni di cui avevo bisogno; doni di guarigione, accettazione e gioia. Mi diedero i loro doni da portare con me lungo il viaggio. Il nostro viaggio, vale a dire, di Dio e mio. E ripartimmo. Mi disse: «Dai via i regali, sono bagagli in più, troppo peso». Così li regalai a persone che incontrammo, e trovai che nel regalare ero io a ricevere, e il nostro fardello era comunque leggero. Dapprima non mi fidavo di lui, al comando della mia vita. Pensavo che l'avrebbe condotta al disastro. Ma lui conosceva i segreti della bicicletta, sapeva come farla inclinare per affrontare gli angoli stretti, saltare per superare luoghi pieni di rocce, volare per abbreviare passaggi paurosi. E io sto imparando a star zitto e pedalare nei luoghi più strani, e comincio a godermi il panorama e la brezza fresca sul volto con il delizioso compagno di viaggio. E quando sono certo di non farcela più ad andare avanti, lui si limita a sorridere e dice: «Non ti preoccupare, guido io, tu pedala!»".


La domanda che vi faccio ora è: Come va il giro in tandem: siete davanti o dietro?