Omelia (02-02-2014)
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COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di Gigi Avanti

Da che mondo è mondo gli esseri umani hanno sempre avuto a che fare con leggi, prescrizioni, regole, norme, divieti... alcune prodotte proprio dai vari legislatori, altre a fatica dedotte dalla osservazione della natura. Da che mondo è mondo parimenti gli esseri umani hanno sempre tenuto in gran conto il rispetto di tali leggi, specialmente di quelle riconosciute universalmente come "naturali". A tal punto che l'ignoranza incolpevole o la trasgressione intenzionale delle medesime arriva a far dire ad una studiosa della psiche umana (Anna Terruwe), quanto segue:
"Mentre Dio perdona sempre e l'uomo perdona qualche volta, la natura non perdona mai; quando ci si oppone alla natura, la natura disapprova, ribatte, restituisce il colpo". Come pure, da un certo momento in poi, gli esseri umani hanno pian piano riconosciuto la necessità di dare più attenzione allo "spirito" della legge che non alla sua "lettera". E, guarda caso, questa scoperta è stata evidenziata con la venuta di Gesù Cristo che quanto a "Spirito" aveva esperienza diretta personale. Addirittura verrà scritto da Paolo l'apostolo: "La lettera uccide, lo spirito vivifica"-
E sembra essere proprio questa, tra le tante altre possibili sollecitazioni spirituali offerte dall'episodio narrato da Luca, la dritta per orientarci come Dio comanda nella selva di leggi e prescrizioni... E' bello infatti notare (e mettere a confronto) la ossequiosa e puntuale osservanza delle prescrizioni mosaiche da parte di Maria e Giuseppe da una parte, e dall'altra la altrettanto puntuale e rispettosa irruzione delle Spirito nel bel mezzo di tale "osservanza" delle medesime prescrizioni. C'è da osservare che già avevano fatto esperienza, i due giovani coniugi, di tale modo di agire da parte dello Spirito, tuttavia vengono descritti come "stupiti" per quello che stavano vivendo. Ed è anche curioso notare come siano proprio due "anziani" (avanti negli anni, ma non vecchi...), dei quali si danno notizie precisissime quasi a voler sottolineare la veridicità assoluta degli accadimenti, ad essere ambasciatori di questo "Spirito": il santo vecchio Simeone al quale lo Spirito aveva preannunciato che non sarebbe morto prima di aver visto il Salvatore e che quel giorno "mosso dallo Spirito" si recò al Tempio e l'anziana Anna, figlia di Fanuele, di 84 anni e vedova dopo soli 7 anni di matrimonio che "sopraggiunta in quel momento si unì a loro a lodare Dio". Stupisce e lascia a bocca aperta che siano proprio due anziani i rivelatori di questa filigrana spirituale possibile a venire visualizzata solamente osservando in controluce l'intreccio misterioso di eventi umani normalissimi...
E poi... ognuno a casa sua e l'evangelista Luca liquida il problema educativo, lungo circa trent'anni in quel di Nazaret, con quella magistrale pennellata: "E Gesù cresceva e si fortificava pieno di sapienza e la grazia di Dio era con lui". Come a far capire che il "problema educativo" della crescita dei figli diventa irrisolvibile... se non si asseconda la legge dello scorrimento fisiologico della linfa spirituale nell'intreccio degli eventi.
Fin troppo facile dedurre il da farsi per noi uomini e donne di oggi: dare spazio e importanza nel proprio percorso spirituale alla azione soave dello Spirito, andare oltre la pura e semplice osservanza (talvolta maniacale...) di regole, tempi e modi quasi assimilabile ad una azione liturgica laica e asettica. Ma tutto ciò non avviene per sforzo etico o ascetico, ma per grazia, quella grazia, da chiedere ogni giorno, di saper discernere tra il frastuono del rumoroso fluire degli eventi il sussurro del silenzio di Dio, di saper discernere nella penombra del tempo uno squarcio d'eternità, la grazia di una saggezza spirituale senza età, la grazia di una gioiosità spirituale... consapevoli magari che tra le caratteristiche nascoste dell'agire dello Spirito c'è anche quella dell' essere "spiritoso", quello Spirito che dentro la nostra anima incessantemente chiama in causa il Padre da lodare e ringraziare per ogni cosa. Il che suggerisce di concludere parafrasando un noto proverbio per la salute del corpo, qui riciclato per la "salvezza" dell'anima: "Un Padre nostro al giorno toglie il maligno di torno".