Omelia (02-02-2014)
padre Paul Devreux
Candelora: rito e attualizzazione

La festa della candelora nasce a Roma. Invocavano un Dio che doveva proteggere i greggi dai lupi. Mi ricordo che da ragazzino andavo a vedere ogni tanto due lupi che erano custoditi in una grande gabbia, sotto il Palatino, in ricordo di Romolo e Remo e di questo culto.

Nel quarto secolo il Papa ottiene il permesso di convertire questa festa pagana con la festa della candelora, che rappresenta la presentazione di Gesù al tempio, fatta da Giuseppe e Maria e chiude le feste natalizie.

Col tempo è diventato un rito di purificazione.

Oggi, che senso possiamo dargli? Penso che, come Maria e Giuseppe offrono al Signore ciò che hanno di più prezioso, così possiamo fare anche noi; e ci conviene.

Giuseppe e Maria hanno ricevuto il dono di un figlio dal Signore, ma non se ne appropriano, non scatta in loro la possessività, fonte di molti mali per se e per la prole. Loro accolgono il dono con gratitudine. Segno di questa gratitudine è che riconsegnano al Signore il dono ricevuto, come fece Abramo con Isacco.

Anche io, che ho ricevuto dal Signore la vita e tanti doni in persone, esperienze e cose, ho due possibilità: o capitalizzo, impossessandomi di questi doni e vivo stressato dalla paura di perderli, o li riconsegno al Signore ogni mattina affinché decida lui come usare questi doni per il bene mio e di chi mette sulla mia strada.

La mia esperienza mi ha insegnato che questa seconda opzione è di gran lunga migliore, perché il Signore sa molto meglio di me come gestire questi doni e il risultato è che vivo meglio.

I figli, i nostri figli, non sono nostri, sono un dono del Signore. Riconsegnarli a Lui è salutare per loro e anche per noi.

Come attualizzare questo pensiero.

Andiamo in fondo alla Chiesa e accendiamo la nostra candelina al cero Pasquale, che rappresenta la luce che ricevo dal Signore, come Mosè che riceve la Luce dal Roveto Ardente. Con questa Luce, nella quale metto tutti i doni che ho ricevuto, cammino verso l'Altare del Signore custodendola preziosamente, e lì, riconsegno al Signore i suoi doni, soffiando sulla fiammella.

Portiamo poi questa candelina a casa affinché ci ricordi che è bene rifare questa preghiera di consegna al Signore ogni mattina.