Omelia (02-02-2014) |
padre Antonio Rungi |
La quarta domenica del tempo ordinario coincide quest'anno 2014 con la festa della presentazione al tempio di nostro Signore Gesù Cristo ed è anche la giornata mondiale della vita consacrata. Il tema della luce, anche perché in questa circostanza si benedicono le candele, è al centro della liturgia di questa giornata di festa. Abbiamo bisogno di luce vera, quella che illumina ogni uomo e lo rende davvero libero in Cristo Signore. I testi biblici di questa festività sono di una straordinaria ricchezza spirituale e di grande insegnamento per tutti. I protagonisti di questa cerimonia, prevista dalle norme ebraiche, sono tanti e tutti con una missione particolare che porta tutti al centro di tutto: Cristo Messia e Salvatore. Simone, Anna, Giuseppe, Maria il Bambino e quanti circolavano intorno al tempio in attesa dell'avvento del messia hanno tutto un preciso compito nel quadro del vangelo della gioia e della speranza. In Cristo tutto assume un nuovo significato e valore. In quel pargolo portato al tempio per i riti previsti, ad appena otto giorni della nascita, è il grande mistero dell'amore di Dio, fattosi piccolo ed umile in un Bambino. Nella preghiera iniziale della festa di oggi noi così preghiamo: "Dio onnipotente ed eterno, guarda i tuoi fedeli riuniti nella festa della Presentazione al tempio del tuo unico Figlio fatto uomo, e concedi anche a noi di essere presentati a te pienamente rinnovati nello spirito". Rinnovarsi nello spirito, iniziare un cammino di conversione e revisione della propria vita cristiana. Davanti al mistero del Cristo, il credente non può restare indifferente, si deve lasciare coinvolgere dallo splendore del volto del Signore, che si è fatto uomo nel grembo verginale di Maria ed ha assunto su di sé la natura umana, per elevare questa alla dignità soprannaturale. Come ci ricorda il profeta Malachia nel brano della prima lettura di questa festa, l'invito alla conversione è esplicito e nessuno può esimersi da dire io non ho bisogno di conversione, perché sono esente da peccato. In quanto tutti peccatori, tutti abbiamo bisogno del Redentore e della Redenzione che egli porta a compimento nel mistero della Pasqua. Il testo del Vangelo, infatti, che ci racconta, potremmo dire passo dopo passo ciò che è avvenuto nel tempio, ci aiuta a comprendere, attraverso le parole del vecchio Simeone, la missione di Gesù Cristo nel mondo: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Ma ricchezza e la bellezza del brano evangelico ci obbliga a leggerlo integralmente e sottolineare alcuni aspetti importanti ed atteggiamenti delle persone, come quelli di Simeone che aveva atteso tutta una vita per vedere il Messia. E fu accontentato dal Signore, essendo egli stato privilegiato nell'accogliere tra le sue braccia il Redentore. Quanta gioia in questo anziano sacerdote che officiava al tempio di Gerusalemme di aver visto il Messia, al punto tale che chiede di poter chiudere serenamente gli occhi e vederlo nel suo splendore pieno nel santo paradiso. Cristo il consacrato e l'Unto del Padre è lì tra le braccia di Simeone. Quante ispirazioni dettate da quel bambino che sono arrivate direttamente alla mente ed al cuore di quello straordinario sacerdote del tempio di Gerusalemme, al punto tale che la vita è completamente cambiata, si rinnova nel Signore. Come ci ricorda Papa Francesco nella sua recente esortazione apostolica Evangelii gaudium "La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia". E l'esperienza dell'amore infinito di Dio che si manifesta completamente nella morte e risurrezione del Cristo che, il credente assapora la dolcezza e la tenerezza di un Dio Crocifisso per amore, come ci ricorda la lettera agli Ebrei. Il Dio bambino tra le braccia di un anziano sacerdote, fervoroso e zelante nel servizio a Dio. Solo chi come Simeone, Maria e Giuseppe portano in braccio con amore il redentore possono portare nelle loro braccia e soprattutto nel loro cuore le tante sofferenze del mondo. Possiamo allora rivolgerci al Signore ed accendere idealmente e realmente una candela in ricordo di questa giornata pregando con la stessa orazione di benedizione sui ceri: O Dio, fonte e principio di ogni luce, che oggi hai rivelato al santo vecchio Simeone il Cristo, vera luce di tutte le genti, benedici questi ceri e ascolta le preghiere del tuo popolo, che viene incontro a te con questi segni luminosi e con inni di lode; guidalo sulla via del bene, perché giunga alla luce che non ha fine. Amen. |