Omelia (12-02-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Mc 7,20 «Ciò che esce dall'uomo è quello che rende impuro» Mc 7,20 Come vivere questa Parola? I farisei pensavano che i tanti piccoli precetti osservati con scrupolo rendevano l'uomo gradito a Dio. Gesù ci ricorda che le norme ci aiutano sì a vivere bene, ma non a meritarci la benevolenza di Dio - che è gratuita - e a farci sentire la coscienza a posto. Tutto deve essere collocato nell'orizzonte dell'amore di Dio e del prossimo e non nella illusione di "metterci in regola" esteriormente. Se il cuore dell'uomo è inquinato, se le intenzioni cattive portano al male, la sporcizia morale pervade il nostro animo: non è questione di cibi mondi o immondi, o di pulizia esteriore delle mani, l'attenzione va posta a ciò che esce dal cuore (cioè nel senso antico: dalla mente, dallo spirito). Come uno pensa, così agisce: si devono temere l'impurità dell'anima, le contaminazioni del cuore. Dobbiamo vigilare sui nostri pensieri, dai quali scaturiscono poi le nostre azioni: dal nostro intimo escono le intenzioni buone o cattive, che portano a realizzare il bene o il male. Signore, aiutami a purificare la mia mente, a riconoscere le mie responsabilità, a diffondere luce e pensieri positivi. Dalla voce di un autore dei primi secoli della Chiesa: «Conservati nella semplicità, nell'innocenza, e sarai come i bambini, i quali non conoscono il male che devasta la vita degli uomini». Erma, Pastore 27, 1 [Precetti 2, 1] D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it |