Omelia (13-02-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Mc 7,28 «I cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Mc 7,28 Come vivere questa Parola? Gesù manifesta l'universalità della salvezza e la sua apertura anche ai lontani, con la guarigione della figlia di una donna siro-fenicia. Essa, straniera agli occhi di un ebreo, implora con umiltà il miracolo. Con la forza dell'amore di una madre che non si arrende alle difficoltà, anche di fronte ad una risposta dura (" non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini ") fa valere con intelligenza ed umiltà la sua richiesta, replicando che anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli. Da una parte dunque la bontà di Gesù che non considera nessuno "straniero" ai suoi occhi e accoglie chiunque confida in lui e dall'altra la fede umile e implorante della donna, che pur riconoscendosi come un "cagnolino" davanti a Gesù, tuttavia ha fiducia nella potenza e nell'amore di Dio. Anche una poche "briciole" provenienti da Gesù, una sua parola possono salvare e rigenerare la figlia: l'importante è andare da Gesù e confidare in lui. O Signore, tu hai saputo apprezzare e ricompensare la fede di una donna pagana: aiutaci ad essere accoglienti verso tutti e disponibili a valorizzare il bene, ovunque lo si scorga e lo si trovi. Dalla voce del beato Papa Giovanni Paolo II: «Particolarmente toccante è l'episodio della donna cananea, che non cessava di chiedere l'aiuto di Gesù per sua figlia (...) Ed ecco la donna pervenire d'intuito a un atto insolito di fede e di umiltà. (...) E' un avvenimento difficile da dimenticare, soprattutto se si pensa agli innumerevoli «cananei» di ogni tempo, paese, colore e condizione sociale, che tendono la mano per chiedere comprensione e aiuto nelle loro necessità!» Giovanni Paolo II, I miracoli di Gesù come appello alla fede, 16 dicembre 1987 D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it |