Omelia (07-03-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Is 58, 4 "Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in altro il vostro chiasso." Is 58, 4 Come vivere questa Parola? Possiamo sentire rivolto a noi il richiamo di Isaia perché anche il nostro digiuno ha bisogno di cambiare. Spesso digiuniamo come se lo Sposo non fosse con noi, come se Cristo avesse divorziato da noi. Digiuniamo come servi e non come figli capaci di servire. Digiuniamo nell'obbedienza alla legge, alle regole del buon digiuno, sentendoci a volte in colpa per piccole trasgressioni. Digiuniamo in "superficie" rinunciando a cose di "superficie" che hanno certo il loro valore ma devono poi "aprirsi" per lasciare intravedere quello che c'è sotto, la sostanza. Digiuniamo senza gioia. Ma che senso ha rinunciare a del cibo se la volontà del Padre non diventa il mio cibo, rinunciare alla televisione se i miei occhi non vedono Cristo presente nel cuore delle persone e le mie orecchie non si tendono ad ascoltarlo? Non fumare se il mio respiro non diventa la preghiera? Che senso ha fare sacrifici per 40 giorni ma non coglierne pienamente il senso e alla fine della Quaresima tirare un sospiro perché "è finita" quando invece la Quaresima dovrebbe essere stato il tempo utile e necessario per dare un significato, un valore, un'energia diversa al tempo che segue? "Non digiunate più come fate oggi...": ogni tipo di digiuno deve servire l'amore, deve produrre un cuore dilatato. Deve aumentare il grado di misericordia nel mondo, produrre un surriscaldamento terrestre di misericordia. Se no le nostre sono rinunce o azioni che fanno solo "chiasso". Ci stordiscono, ci illudono per un po' sul nostro cammino di fede ma alla fine tutto rimane come prima. Diventa vera anche per noi la famosa frase del Gattopardo: "Cambiare tutto perché niente cambi". E la nostra vita è troppo preziosa per non spenderla tutta e bene, contribuendo come siamo e possiamo, ma senza scuse, a rendere migliore e più vivibile la vita di chi non può nemmeno scegliere di digiunare, perché la sua esistenza è già tutta un digiuno Grazie Signore perché io posso scegliere il mio digiuno. Aiutami a farlo con sapienza perché sia uno strumento per rendere il mio cuore più buono e più attento al dolore che mi circonda. La voce di un monaco "Quando digiuniamo siamo spinti a discernere la qualità del nostro agire, le conseguenze dei nostri atti, la violenza che immettiamo nei nostri rapporti. Per il cristiano, poi, è confessione di fede fatta con il corpo, pedagogia che porta la totalità della persona all'adorazione di Dio." E. Bianchi Emanuela Giuliani - emanuelagiuliani@gmail.com |