Omelia (20-03-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Lc 16,24 «Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti». Lc 16,24 Come vivere questa Parola? Il vangelo di oggi ci presenta due figure significative per la nostra vita cristiana. Il povero Lazzaro, e il ricco epulone (senza nome). Lazzaro è consapevole della sua miseria e della sua dipendenza da Dio e dagli altri e si mette presso la porta del ricco sperando di ottenere qualcosa e dando al ricco la possibilità di aiutarlo. Il ricco invece è indifferente e cieco di fronte al povero che giace davanti alla porta: è troppo concentrato su di sé, appesantito dalle ricchezze, non si interessa dei poveri, non usa misericordia, si chiude nel suo piccolo mondo e scava un abisso tra sé e gli altri. La morte di ambedue mette in evidenza le conseguenze dei loro atteggiamenti nella vita terrena: Lazzaro è consolato e vive felice, il ricco epulone è tormentato dai suoi mali, dalla sua solitudine e dall'impossibilità di colmare il vuoto da lui stesso creato col suo egoismo. Aiutami Signore a condividere i beni terreni, a essere mai indifferente e insensibile di fronte alla povertà materiale e spirituale del mio prossimo Dalle parole di un Padre della Chiesa «La terra è stata creata come un bene comune per tutti, per i ricchi e per i poveri: perché, o ricchi, vi arrogate un diritto esclusivo sul suolo? [...] Tu ricco non dai del tuo al povero quando fai la carità, ma gli rendi il suo; infatti la proprietà comune, che è stata data in uso a tutti, tu solo la usi». ( S. AMBROGIO, Naboth, 1,2; 12,53) D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it |