Omelia (22-03-2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc 15,31-32

«Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato
Lc 15,31-32


Come vivere questa Parola?

Il vangelo ci presenta una delle più affascinanti e celebri pagine bibliche: il padre buono, e due figli irrequieti, uno, prodigo e l'altro invidioso. Il primo si sente represso in casa, pretende l'eredità, sperpera i suoi beni e la sua dignità. Il secondo pensa al padre come ad un padrone avaro, si valuta persona retta, perché ha sempre fatto il suo dovere, con atteggiamento interiore però da schiavo, vede con invidia e stupore l'accoglienza del padre verso il figlio pentito.

Il padre buono invece li considera sempre figli, li accetta sempre non per i loro meriti, ma perché li ama come figli: in ambedue egli vuole riaccendere il desiderio di vivere in modo responsabile e degno il loro rapporto col padre e tra loro. Il primo ritornando a casa del padre, dopo aver sprecato la sua vita; il secondo ricordandosi del privilegio di vivere sempre col padre; quindi ambedue possono ritrovarsi e riconoscersi come fratelli nell'abbraccio misericordioso del padre.

Aiutami, Signore, ad avere sempre nostalgia delle tue braccia amorose di padre, a riprendere sempre la speranza se mi sono allontanato da te, e se mi sentissi "giusto", a comprendere sempre il tuo amore e a non chiudermi agli altri, ma a condividere la gioia della tua accoglienza.

La voce di un canto moderno

Lasciai un giorno il mio pastore / avevo soldi e tanti sogni da comprare / ed una sera il cuore mio ha chiesto amore / ed ho scoperto che l'amore non si vende. (...) Io come il figliol prodigo volevo far tutto da solo. / Ma poi ho perso tutto quanto e... / a mani vuote torno a Te, Gesù! / Accettami così!
(Canto: Il figliol prodigo - Ti prego, abbracciami Gesù)

D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it