Omelia (28-03-2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 12, 28

"Qual è il primo di tutti i comandamenti? Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele!".
Mc 12, 28


Come vivere questa Parola?

Gesù non smentisce la tradizione più forte di Israele. L'ASCOLTO rimane anche per lui il primo dei comandamenti. Il Deuteronomio, Geremia, il piccolo resto di Israele hanno vissuto nella fedeltà continua a questo comandamento. In Gesù Dio si fa visibile, lo si può udire, vedere e toccare, tanto che Giovanni l'evangelista nella sua prima lettera, dirà: "1Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita, (...) 3quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi." Ma non è un ascolto cieco quello che Gesù sollecita. Il suo Vangelo introduce ad un ascolto integrale, un fatto non solo di udito, ma anche di sguardi, di interazioni, conversioni e trasformazioni con la realtà da accogliere, decifrare, interpretare e dialogare. La sua proposta svela una spiritualità nuova, vissuta da uomini e donne che entrano e stanno con tutto loro stessi nelle situazioni della vita. Gesù rompe con la sua incarnazione quel muro che separava ascolto e visione, rende visibile la Parola e armonizza sensi e spirito.

Signore, ti sei fatto uomo perché anche noi diventassimo uomini e perché umanizzassimo la nostra umanità. Aiutaci a vivere con tutto noi stessi il tuo Vangelo.

La voce di un profeta dei nostri tempi

"Il cristiano non è un homo religiosus, ma un uomo semplicemente, così come Gesù era uomo... Si impara a credere solo nel pieno essere-aldiqua della vita. Quando si è completamente rinunciato a fare qualcosa di noi stessi - un santo, un peccatore pentito o un uomo di chiesa (una cosiddetta figura sacerdotale), un giusto o un ingiusto, un malato o un sano -, e questo io chiamo essere-aldiqua, cioè vivere nella pienezza degli impegni, dei problemi, dei successi e degli insuccessi, delle esperienze, delle perplessità - allora ci si getta completamente nelle braccia di Dio, allora non si prendono più sul serio le proprie sofferenze, ma le sofferenze di Dio nel mondo, allora si veglia con Cristo nel Getsemani, e, io credo, questa è fede, questa è metànoia (conversione), e così si diventa uomini, si diventa cristiani'.

D. Bonhoeffer

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it