Omelia (02-04-2014) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Is 49, 14-15 «Sion ha detto: "Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato". Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai». Is 49, 14-15 Come vivere questa Parola? Questo breve testo profetico è tratto dall'insieme dei cc. 40-55 di Isaia, che gli studiosi moderni hanno chiamato "Secondo Isaia". Si tratta di un profeta anonimo, vissuto all'epoca della deportazione in Babilonia, che ha composto testi importanti e originali. Egli è un fine teologo e un grande poeta, che ha saputo tenere viva la speranza degli esuli ebrei. Il testo presente è uno dei più belli di tutto l'Antico Testamento e mette in luce un aspetto insolito dell'Amore di Dio: quello dell'amore di una madre. Sullo sfondo del lamento di Sion, che si ritiene dimenticato da Dio, il profeta intesse una riflessione appassionata sulla tenerezza dell'Amore divino paragonandolo all'amore materno. La parola profetica parte dalla considerazione di un caso-limite che l'esperienza umana conosce - e purtroppo confermata anche dalla cronaca recente dei nostri giorni. Sebbene l'amore materno spinga una madre ad aver cura della propria creatura fino a dare la propria vita, tuttavia esiste qualche rarissimo caso in cui una donna arriva ad abbandonare il proprio figlio. Ebbene, l'Amore di Dio è più tenero e sicuro di quello di una madre, perché è senza alcuna eccezione: "Io invece non ti dimenticherò mai". Oggi, in un momento di raccoglimento e di preghiera più intensa, cercherò di ascoltare dentro il mio cuore, come il sussurro di una carezza materna, quella Parola stupenda: "Io invece non ti dimenticherò mai". La voce di un grande Padre della Chiesa «Scruta i misteri dell'amore e allora contemplerai "il seno del Padre, che solo l'Unigenito Figlio di Dio ha rivelato (Gv 1,18). E "Dio stesso è amore" (1Gv 4,8.16) e attraverso l'amore per noi fu catturato... Il Padre per aver amato, si è fatto donna, e di questo è grande segno colui che egli generò da se stesso, poiché il frutto generato da amore è amore" Clemente Alessandrino, Quale ricco si salverà 37, 1-2 Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it |